IL BUONO Non abbiamo il cuore tenero con lo sport professionistico, né ci facciamo fregare dalla retorica, eppure il gesto del rugbysta gallese Josh Adams è uno di quelli che riconcilia con lo sport ed è destinato a restare. Eletto miglior giocatore della sfida contro l’Italia valida per il Sei Nazioni – nomina che avviene prima della fine – ha scelto di consegnare la medaglia al suo avversario italiano, Ange Capuozzo, artefice nel finale della vittoria azzurra, un 21-22 storico. Non ci interessa la diatriba insensata e fasulla di chi esalta uno sport e ne denigra altri in termini di etica, perché la sportività, come la civiltà, è una caratteristica individuale: chi non ce l’ha non se la può dare, e chi possiede la dote non la perde nemmeno in un contesto che non la conosce. E per i premi, fondamentalmente elargiti per motivi di sponsorizzazione, occhio: le partite finiscono… solo alla fine!
IL BRUTTO «Non ti aspetterai che un allenatore con venticinque titoli vada a rispondere a un allenatore con due serie B?». Queste sono le parole di Mourinho, in conferenza stampa, alla richiesta di un giornalista di un commento su quelle dette da Zdenek Zeman sulla sua esperienza giallorossa (sostanzialmente, che la Lazio era favorita nel derby e che lui sinora avesse deluso le aspettative). Ora, a prescindere dall’inutilità della domanda – il commento su una dichiarazione di un ex totalmente fuori dai giochi – è difficile non notare come il portoghese continui a parlare sempre alla pancia degli appassionati e mai al cervello. Mourinho vorrebbe, sempre parole sue, essere accostato a figure come Trapattoni o Capello, dimenticando però che Zeman, comunque lo si valuti, in quel particolare ambiente che è Roma ha senz’altro lasciato un segno ed è un idolo, non solo calcistico ma anche di valori. Ma se …