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Dalla scuola all’oblio: il destino della pallamano

Uno degli sport con più praticanti in Europa, definita la disciplina scolastica per eccellenza: nel nostro Paese ha faticato e fatica a trovare il proprio spazio, ma nell’ultimo quadriennio federale ha rialzato la testa

Foto di copertina by SLPix, feat. Pixabay

La pallamano è uno sport che in Italia hanno praticato proprio tutti almeno una volta. Dove? Generalmente alle scuole medie inferiori, quando l’insegnante di educazione fisica fa provare più sport alla classe: dal calcio alla pallacanestro, dalla pallavolo alla pallamano, all’atletica. Uno sport divertente che però non riscuote un grande successo di pubblico e, generalmente, un ragazzino o una ragazzina non sognano di diventare giocatori professionisti, anche perché non conoscono i nomi dei più forti in Italia e, nella nostra cultura sportiva, non li riconoscono come ‘idoli’, al pari dei professionisti di altri sport, calcio su tutti. Eppure, la pallamano è da sempre e dovunque considerata sport scolastico per eccellenza, per questo è definita anche l’“atletica giocata”, sviluppando in modo privilegiato le condotte motorie di base: correre, saltare e lanciare, alle quali aggiunge le prerogative ‘sociali’ tipiche delle discipline di squadra. Si gioca in palestra, con due porte e un pallone, con regole facili da imparare e non richiede particolari doti fisiche, per questo accessibile a tutti, cioè non è esclusivo, come possono esserlo, per esempio, pallacanestro e pallavolo dove l’altezza, per esempio, è considerata condicio sine qua non, a parte alcune eccezioni dovute a ruoli specifici.

Sono circa 8mila in Italia le scuole, tra primarie e secondarie, che hanno aderito al progetto “Scuola Attiva” promosso da Sport e Salute, d’intesa con il dipartimento per lo Sport della presidenza del Consiglio dei ministri, e dal ministero dell’Istruzione e del Merito, con un milione e mezzo gli studenti direttamente coinvolti. Di queste 612 quelle che hanno proposto la pallamano per un totale di 2.121 classi e 42.420 alunni. Significativo anche il numero di tutor formati, professionisti che hanno supportato gli insegnanti di tutte le classi per la programmazione dell’attività motoria e sportiva, favorendo la collaborazione e il raccordo tra scuola e sistema sportivo territoriale. Numeri soddisfacenti, come si legge in una nota della FIGH, Federazione Italiana Giuoco Handball: «Numeri e incremento che ci fanno ben sperare e che ripagano l’enorme lavoro di promozione che stiamo portando avanti. Non è stato facile scardinare …

Francesco Caremani
Aretino, giornalista, comunicatore in ordine sparso. Tutto è iniziato il 19 marzo del 1994 e un giorno finirà, ma non oggi. Il giornalismo come stile di vita, in un mestiere che ha perso lo stile per strada. Qui è direttore responsabile, ma solo per anzianità.