di Enrico Zanchini *
Due settimane fa, al bellissimo palazzetto dello sport di viale Tiziano a Roma, la Nazionale Italiana “Crazy for Football” si è laureata Campione d’Europa. Un percorso lungo otto anni, un progetto che è un modello per tutte le altre nazioni del mondo, un’eccellenza, come va di moda dire oggi.
Giovedì sera all’Olimpico la Nazionale italiana di calcio ha giocato contro il Belgio e sugli spalti c’erano tante scuole calcio, società della FIGC Calcio Paralimpico e Sperimentale, famiglie.
Giovedì era anche la Giornata Mondiale della Salute Mentale, tema di cui si parla molto e che, a detta di tutti, è ormai un’emergenza, purtroppo anche per giovani e giovanissimi.
Giovedì in campo con la Nazionale c’erano due ragazzi che hanno avuto problemi di ludopatia – come un paio dei ‘miei’ Campioni d’Europa, peraltro –, vi invito a leggere su questo un’intervista di qualche mese fa di uno dei due giocatori, Nicolò Fagioli.
E allora ho pensato quanto sarebbe stato bello, importante e significativo, e non solo per i ragazzi, se la FIGC Federazione Italiana Giuoco Calcio, che ci dà il patrocinio e il materiale ufficiale, avesse invitato i miei ragazzi a fare il giro d’onore con la coppa.
Ecco, più in generale, tutti sono d’accordo nel dire che il calcio dei sani e dei ricchi è in crisi e sta impazzendo, per tante ragioni, dalle Scuole calcio ai settori giovanili fino a quello professionistico.
Molte ragioni di questa crisi (economica, organizzativa, tecnica, ‘impiantistica’, sociale e culturale) sono note, condivise e ben individuate, spesso dagli stessi protagonisti e anche da coloro che ne sono la causa o quantomeno che non fanno nulla per cambiare la situazione pur avendone potere e possibilità.
Il calcio dei ‘matti’ invece è in ottima salute e spesso, insieme con quello dei poveri, offre soluzioni, proposte e modelli che meriterebbero una considerazione diversa da parte delle istituzioni sportive, politiche, amministrative, nazionali e locali.
Che, invece, al massimo dichiarano, patrocinano, aprono tavoli, firmano protocolli d’intesa, organizzano eventi e tagliano nastri, magari di centri sportivi che dopo qualche mese si andranno ad aggiungere alla lista infinita di quelli abbandonati.
Qualche giorno prima della cerimonia di apertura del ‘nostro’ Europeo, il presidente del CONI e il ministro dello Sport sono andati a inaugurare, proprio a pochi metri dal PalaTiziano di Roma dove poi si è giocata la Dream Euro Cup 2024, la nuova sezione liceale con indirizzo sportivo di una scuola privata molto esclusiva.
A vedere i ‘matti’, invece, non sono venuti.
Qualche giorno fa, poi, si sono tenuti gli “Stati Generali del Calcio” con l’intervento di tutte le massime autorità sportive, concordi nel fotografare una crisi conclamata.
«Il calcio vive un innegabile momento di crisi, e questa crisi può essere anche definibile entropica, implosiva ed è una cosa a cui magari siamo vicini. E dobbiamo uscirne con un cambio radicale, una rivoluzione culturale e una crescita evidente e concreta», parole del presidente della FIGC, Gabriele Gravina.
Forse è ora che arrivi finalmente un ripensamento generale da parte della politica, sportiva e no, su come affrontare questa situazione, a tutti i livelli, magari cominciando ad ascoltare le persone impegnate in prima linea in quei progetti che cercano di cambiare concretamente le cose.
E che forse qualche piccola rivoluzione hanno già cominciato a farla.
* Ct della Nazionale “Crazy for Football”