Quando chi ha i soldi si mette un’idea in testa, quasi sempre la realizza, anche se si tratta di un’idea idiota. L’elenco, in quest’epoca contemporanea nella quale a certa gente abbiamo concesso tutto, potrebbe essere lunghissimo e, da Musk a scendere, ci sarebbe tanto da discutere. Lo sport non fa eccezione, ma da un anno abbondante a questa parte la palma della proposta più folle l’ha vinta per distacco il tycoon australiano Aron D’Souza, che ha trovato danarosi sponsor e finanziatori per organizzare gli Enhanced Games, che tradotto significa “Giochi potenziati”, e i potenziamenti sono quelli che derivano dall’utilizzo, lecito, di sostanze oggi considerati dopanti. Insomma, libero doping in libero sport. Una provocazione o una possibilità reale?
«The ultimate demonstration of what the human body is capable of», ovvero la definitiva dimostrazione di ciò di cui il corpo umano è capace, è uno degli slogan degli Enhanced Games, che vengono anche definiti dagli ideatori «una migliore versione dei Giochi olimpici», ove migliore si intende grazie alle possibilità fornite dalla medicina e all’assenza di controlli antidoping, perché i promotori degli Enhanced Games contestano divieti e messe all’indice a favore di una incondizionata fiducia nella scienza e nella farmacologia applicate allo sport. «La scienza medica dovrebbe essere molto più che curare malattie catastrofiche. La scienza e la tecnologia possono consentire agli individui sani di essere più forti, più giovani e più produttivi più a lungo. La Conferenza sul miglioramento umano è il primo incontro di alto livello a sostegno del miglioramento delle prestazioni e della tecnologia anti-invecchiamento», questo il mantra di D’Souza.