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L’eredità della «rivoluzione gentile»

Le Paralimpiadi 2024 hanno lasciato un segno dal punto di vista sportivo e non solo. Ecco la sua eredità

Se è vero che i risultati delle rivoluzioni si vedono con il tempo, anche per vedere quelli delle Paralimpiadi 2024 bisognerà aspettare. I Giochi di Parigi 2024, i cui protagonisti durante la cerimonia d’apertura sono stati definiti da Tony Estanguet, presidente del Comitato Organizzatore, “rivoluzionari gentili”, lasciano in ogni caso un’eredità al movimento paralimpico internazionale e italiano.

Prima di tutto atleti – La campagna di comunicazione dell’IPC (International Paralympic Committee), dove si sottolineava come il primo obiettivo degli atleti fosse competere e vincere, non semplicemente esserci, lanciata in vista dei Giochi ha funzionato. Le Paralimpiadi 2024 sono state prima di tutto un evento sportivo di altissimo livello. Record stabiliti, gare, tiratissime, prestazioni significative. I protagonisti, a partire dai campioni sono stati guardati e ammirati, per quello che facevano in pista, in piscina, in pedana, al poligono, non solo per le loro storie “rivoluzionarie”. Atleti con disabilità, non disabili che fanno sport. Unica piccola differenza, da cui lo sport olimpico dovrebbe imparare: attenzione sulla prestazione, non sul piazzamento in sé, sul percorso più che sulla meta.

Roberto Brambilla
È nato a Sesto San Giovanni, quando era ancora (per poco) la Stalingrado d'Italia. Ha scritto di sport e temi sociali per il web e per la carta. Ama la Storia e le storie. Al mattino insegna ai ragazzi, al pomeriggio sogna Berlino (Est).