La nuova Champions League pronta a partire, il solito Real che da un lato vuole una competizione diversa e dall’altro non si stanca mai del solito piatto, anzi, la Juventus che, fallito l’assalto alla diligenza e la possibilità di essere motore del cambiamento, torna nell’ECA, un po’ per tattica e un po’ perché politicamente dal 2021 è diventata l’ultima ruota del carro e s’è fatta sbranare, il Barcellona accusato dell’ennesimo scandalo, questa volta ammanicato a Ceferin per la questione dei fondi UEFA destinati alla federazione spagnola che, si sostiene, sarebbero stati dirottati dall’ex presidente della RFEF Rubiales al Barça per compensare la riduzione degli stipendi di alcuni top player durante il Covid. E allora la domanda è: ma la Superlega che fine ha fatto?
«È normale che arrivi una Superlega, se i giudici europei dicono che può arrivare, arriverà, sono tanti anni che i club non vogliono piu’ partecipare alle competizioni Uefa e vogliono organizzarsi le coppe da soli»: banale finché si vuole, questa frase di Michel Platini, che da qualche giorno riecheggia tra stampa e online, è in realtà la fotografia più nitida dell’esistente. Non vive, nel senso che non esiste, eppure lotta insieme a noi, perché tribunali, pronunce e sentenze – l’ultima quella dell’ormai celeberrimo Tribunale del Commercio di Madrid, che ha recepito la pronuncia della Corte di Giustizia Europea e ha definitivamente spiegato che sì, davvero quello della UEFA è un monopolio contrario alle norme dell’Unione Europea – vanno tutte nella stessa direzione ormai tutti gli attori coinvolti lo hanno capito.
Platini, però,