Uno stadio, quello dove giocano gli eredi di quella squadra, tanti impianti sparsi in tutta Italia che ne ricordano i membri, una miriade di targhe e maglie celebrative, numerose opere che ne raccontano le gesta. L’omaggio al Grande Torino prende ogni anno nuove forme (nel 2024 la maglia rosa del Giro d’Italia), ma i primi a rendere onore ai granata furono gli argentini del River Plate, a pochi giorni dalla tragedia. Ecco la storia di un gesto e di una partita che hanno lasciato il segno.
Liberti, italiano sul Rio della Plata Nella tarda serata del 4 maggio 1949 la notizia della tragedia di Superga arriva anche a Buenos Aires. Tra i milioni di argentini che scoprono la sorte tragica del Grande Torino c’è anche Antonio Vespucio Liberti. Ha 47 anni e dal 1943 ha iniziato il terzo mandato come presidente del River Plate, che proprio in quei momenti si sta allenando con l’allenatore José Maria Minella. Il Gordo, come lo chiamano tutti, figlio di emigrati genovesi, decide che vuole omaggiare in qualche modo quella squadra. Inizia a pianificare un’amichevole in Italia, in cui, nonostante il campionato argentino sia in pieno svolgimento, vuole schierare i titolari, molti dei quali hanno fatto parte della Máquina, il River che negli anni Quaranta ha incantato con il suo Gioco. Una squadra che era stata progettata, ironia della sorte, da uno come Renato Cesarini che Torino, sponda bianconera, la conosceva benissimo.