Il 25 aprile 1974, cinquant’anni fa, in Portogallo un colpo di Stato militare, metteva fine al regime di Marcelo Caetano. Una dittatura di estrema destra, durata più di 40 anni e che ha iniziato a scricchiolare, anche grazie a un club di universitari che la sfidò sul finire degli Anni Sessanta. Ecco la sua storia.
Futebol, uno strumento di consenso Antonio de Oliveira Salazar, prima ministro delle Finanze e poi tra il 1932 e il 1968 capo del governo portoghese, fondatore dell’Estado Novo, corporativo e ispirato al fascismo italiano, non era un grande appassionato di calcio. Tuttavia il docente universitario ed economista utilizzò il calcio come strumento di consenso. Più precisamente Salazar e il suo regime sfruttarono i successi di un club, il Benfica di Eusebio e della Nazionale, terza all’esordio ai Mondiali del 1966 per dare un’immagine vincente del Paese, un po’ come aveva fatto il vicino Francisco Franco con il Real Madrid e le Furie Rosse, campioni d’Europa del 1964 in casa. Per non perdere questo Salazar e i suoi collaboratori agirono direttamente. Ad esempio impedendo ai grandi club di vendere i propri migliori calciatori all’estero. Come accadde a Eusebio, il cui trasferimento in Italia si dice fosse stato bloccato proprio da Salazar in persona. In più vennero pre…