La vita, come il calcio, è una questione di velocità e di ritmo. Non tutti andiamo alla stessa velocità, non tutti abbiamo lo stesso ritmo. Ma quando la velocità aumenta e il ritmo diventa insostenibile c’è chi resta indietro, perché non ha gli strumenti adatti.
Gianluca Livi, tecnico federale dal 2008, ha una laurea triennale in Psicologia e il patentino Uefa B per allenare. Grazie all’Istituto di Agazzi ha conosciuto ed è venuto a contatto con il movimento Special Olympics, restando il calcio il suo sport d’elezione e di riferimento: con un passato nel Dante e nell’Arezzo, lasciando quando il football ha smesso di essere un gioco ed è diventato altro.
«Viviamo in un’epoca in cui l’inclusione è sulla bocca di tutti, ma nella pratica non c’è. Io, da sempre, mi sono interessato ai ragazzi con disabilità intellettiva e ho pensato che sarebbe stato bello creare una squadra che potesse allenarsi e giocare all’interno di un contesto e una struttura come tante altre, con le stesse opportunità che sono concesse ai ragazzi a sviluppo tipico», sottolinea Gianluca Livi.