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Qui non è Hollywood

La finale di Champions League ha un’audience globale superiore al Super Bowl, ma nemmeno vi si avvicina in termini di evento. Perché?

Se a una domanda uno non riesce a darsi una risposta, evidentemente c’è più di qualcosa che gli sfugge. Se è del mestiere, è un problema. Allora, eccolo qui Nasser Al-Khelaifi, plenipotenziario del Paris Saint-Germain, presidente dell’European Club Association (l’ECA) e chissà quant’altro, essendo uno dei dirigenti calcistici più potenti del mondo) anche grazie al rapporto privilegiato con Ceferin), intervistato da The Athletic nell’aprile 2022.

I can’t understand how the Super Bowl can feel bigger than the Champions League final.

E cioè: non riesco a capire perché il Super Bowl sia percepito come superiore rispetto alla finale di Champions League. Non riesce a capirlo, Al-Khelaifi, così come – lo abbiamo citato anche nell’articolo di apertura – non se ne capacitava Rummenigge, e in genere nella stessa UEFA, nonostante gli sforzi, ciò che ne esce è sempre un aspetto paradossale: sebbene a livello globale l’audience globale sia estremamente superiore a quella della NFL, l’ultimo atto della Champions League, che dovrebbe rappresentare il meglio del calcio di club europeo (e di conseguenza internazionale), non è nemmeno lontanamente paragonabile all’immagine proiettata dallo spettacolo di quella che, in fondo, è solamente la finale del campionato americano di football.

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Lorenzo Longhi
Emiliano, ha esordito con il primo quotidiano italiano esclusivamente web nel 2001 e, da freelance, ha vestito (e smesso) casacche anche prestigiose. Di milioni di righe che ha scritto a tamburo battente gran parte è irrilevante. Il discorso cambia quando ha potuto concedersi spazi di analisi.