Tackle

Guanti e portieri

Da ormai quaranta anni il guanto fa parte della figura del portiere. Non solo quelli calzati durante la gara, ma spesso ci sono anche quelli di scorta, talvolta messi dentro la porta, o accanto al palo

di Nicola Calzaretta

Storia o leggenda non si sa. Ma noi ci crediamo. Perché fa bene al cuore e all’anima, specie adesso che Gigi Riva ha deciso di colpire i palloni con il suo tonante sinistro sopra le nuvole. Il 20 aprile 1969 Rombo di Tuono si fece parare un rigore dal portiere del Pisa Antonio Annibale, già numero uno di quell’Inter primaverile – schierata per protesta dal presidente Angelo Moratti – che nel 1961 ne prese nove dalla Juventus. Pisa-Cagliari finì 0-0, il punto purtroppo non servì ai nerazzurri per salvarsi. Servì di più per Annibale, che già forte di un nome leggendario, fu consacrato all’immortalità per quella prodezza. E la romantica narrazione della vicenda ci dice che all’eroe di giornata (anche lui da qualche anno volato in cielo) gonfiarono di brutto le dita delle mani, colpite e affondate dalla potenza del tiro di Riva, al punto che per sfilargli i guanti, il massaggiatore fu costretto a tagliarglieli.

I guanti, già. Perché di loro ci occupiamo. E chi, anche per brevi tratti della sua vita, ha giocato in porta sa che non si parla di accessori. L’accessorio è un di più. Il guanto è l’essenziale. Lo indossa anche il vice e persino il terzo portiere in panchina. Direte: per ragioni di sponsor. Può essere, ma statene certi che non è il motivo principale. Così come non lo è il riparo dal freddo. È parte fondamentale della divisa. È essenza del ruolo. È cura per le mani. È porto sicuro per il pallone (gli altri lo prendono a calci). E certamente è un aiuto sempre più decisivo per la parata, ma se non sai come posizionare le mani, anche il modello più performante serve a poco. Chi ha sognato davvero di fare il portiere, ricorda l’emozione e la soddisfazione di indossare i guanti, magari regalati dalla società per cui giocavi. Come non ricordare a questo proposito la gaffe del pittoresco (diciamo così) Antonio Sibilia, presidente dell’Avellino degli anni ’80, che…