Tackle

All lives are equal?

Riflessioni sul caso Khawaja, sull’evoluzione che sta prendendo l’attivismo degli sportivi e sull’irrisolvibile contraddizione delle organizzazioni sportive internazionali

di Nicola Sbetti

Alla vigilia del primo test match fra Australia e Pakistan di cricket maschile disputatosi dal 14 al 17 dicembre 2023, ha fatto notizia la decisione di Usman Khawaja di indossare delle scarpe con le scritte: “Tutte le vite sono uguali” e “La libertà è un diritto umano”. Come ulteriormente certificato dai colori verde, rosso e nero su sfondo bianco utilizzati per riprodurre le due frasi, per il battitore trentasettenne, nato a Islamabad ma cresciuto fin dall’età di quattro anni nella periferia di Sidney, si trattava di un modo per esprimere solidarietà alle vittime civili palestinesi della repressione voluta dal governo israeliano nel territorio della striscia di Gaza.

Striscia di Gaza

Il gesto peraltro aveva avuto un’eco tutto sommato limitata fino a che non è sopraggiunto l’altolà dell’International Cricket Council (ICC). L’organizzazione che dirige il cricket internazionale ha infatti comunicato al giocatore australiano che, indossandole, avrebbe violato le regole che impediscono agli atleti di usare le competizioni sportive per mandare messaggi politici in nome del principio di neutralità (un tema di cui abbiamo già scritto qui su The Sport Light e per cui consiglio caldamente il libro La neutralità dello sport).

Per evitare sanzioni, Khawaja ha deciso di …