Lo sport in questi ultimi due secoli è molto cambiato, non solo nelle regole. Ci sono stati gesti che hanno mutato le rispettive discipline e poi ci sono state squadre che con il loro gioco e il loro impatto hanno rappresentato uno spartiacque, tracciando una linea, da una parte il prima, dall’altra il dopo, cioè il futuro più che il presente. E non parliamo di strisce di vittorie che si trasformano in record e fanno la storia di uno sport, non solo di quelle, ma di qualcosa di più profondo e visionario che ha lasciato un segno indelebile, qualcosa da cui tutto il movimento ha tratto ispirazione e con questo le generazioni che sono venute dopo. Nel calcio come nella pallacanestro, nel rugby come nell’hockey su ghiaccio.
Quello che, però, non dovremmo fare, ma oramai è un fenomeno incontenibile, è di utilizzare quel momento, quella squadra, quel campione come metro di paragone per tutto, come occhiale attraverso cui intermediare e giudicare qualsiasi idea divergente, dimenticando che la stessa idea che è diventata totem era anch’essa divergente all’inizio. Come detto, un fenomeno che non è più possibile contenere, in particolare sui social.
La nostra scelta è dettata, come sempre, da ciò che conosciamo meglio e, si spera, scriviamo con maggior cognizione di causa, se quindi ci siamo dimenticati qualcuno o qualcosa scriveteci e noi gli daremo il giusto rilievo, come abbiamo sempre fatto con tutti su altri temi.