Per una volta che non si parla di Paola Egonu per il colore della pelle, ma per le scelte del ct dell’Italvolley femminile Mazzanti, ci ha pensato l’Adnkronos a riportarci sulla terra e a farci capire che sì, come categoria, facciamo schifo, andando a chiedere un parere sulla panchina della fuoriclasse agli Europei a chi? Al generale Roberto Vannacci. Non perché di pallavolo capisca qualcosa, ma perché, siccome per il Vannacci i di lei «tratti somatici non rappresentano l’italianità», dunque per una frase di giurassico etnonazionalismo, oggi il militare avrebbe titolo per essere chiamato in causa per parlare tout-court di ciò che riguarda Paola Egonu.
Del resto nel sangue di Vannacci, dice egli stesso, scorrono gocce del sangue di Romolo e di Enea, e chissà, magari anche alcune gocce di quello del pupazzo Uan, considerando gli occhi azzurri, la carnagione rosacea e l’essere frutto di fantasia non meno di Enea e Romolo, ma chissà se gliel’hanno detto. Amen: il punto è che lo spirito del tempo, abbastanza evidentemente, non solo tollera certi approcci, ma anzi pretende di normalizzarli, sbraitando a sproposito di “dittatura del politicamente corretto”, di libertà di opinione e amenità varie, utilizzare come scudo galattico per nascondere, semplicemente, una palese incapacità di andare oltre il proprio naso e progredire.