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Dimmi con chi VAR

La tecnologia avrebbe dovuto rendere il calcio più giusto ed evitare le polemiche sugli episodi arbitrali. Non è accaduto

Il VAR, Video Assistant Referee, deve essere usato esclusivamente in quattro casi, definiti determinanti per lo sviluppo della partita e del risultato: assegnazione di un gol; assegnazione di un calcio di rigore; espulsione diretta (non quella per somma di ammonizioni, doppio cartellino giallo); errore di identità (scambio del calciatore da ammonire o espellere con un altro). Gli arbitri addetti al sistema VAR sono il VAR e l’AVAR – Assistant Video Assistant Referee ­– che sono in costante comunicazione via radio con l’arbitro in campo. Il funzionamento di tale procedura è formato da tre diverse fasi: il VAR e l’AVAR informano l’arbitro riguardo a una decisione da rivedere; il VAR e l’AVAR rivedono le immagini video, spiegando all’arbitro cosa è successo; l’arbitro, per decidere, potrà rivedere il video a bordo campo. La decisione finale spetta all’arbitro. L’aiuto del sistema VAR non può essere richiesto dalle panchine delle due squadre in campo, ma soltanto dallo stesso arbitro o dagli assistenti.

In questi anni altre due tecnologie sono state inserite nel calcio: la goal-line technology, probabilmente la più convincente, e il fuorigioco semiautomatico, chirurgico ma generalmente irriso da chi subisce l’annullamento di una rete per questione di centimetri se non di millimetri. In verità anche la goal-line technology, nonostante sia visibile agli spettatori a casa come a quelli allo stadio, ultimamente ha suscitato qualche perplessità sulla prospettiva dell’immagine digitale e come sempre le reazioni sono diverse tra chi la subisce e chi ne fruisce.

Tecnologie che sono state inserite in tutti i campionati che hanno la possibilità, anche economica, di sostenerle, e a maggior ragione nelle manifestazioni internazionali, dal Mondiale alla Champions League.

Francesco Caremani
Aretino, giornalista, comunicatore in ordine sparso. Tutto è iniziato il 19 marzo del 1994 e un giorno finirà, ma non oggi. Il giornalismo come stile di vita, in un mestiere che ha perso lo stile per strada. Qui è direttore responsabile, ma solo per anzianità.