Il baseball è uno sport noioso solo per chi non lo conosce e qui in Italia, dove la disciplina è endemica in certe zone geografiche e pressoché inesistente altrove, non si può certo dire che le regole e le specificità del “batti e corri” (l’italianizzazione del nome è questa) siano granché note. Eppure la cultura nordamericana che da decenni si è imposta anche da noi ha fatto sì che in fondo anche qui si conosca qualcosa di quel grande mistero che è il baseball: da Charlie Brown all’iconico logo dei New York Yankees, dai tanti passaggi sullo sfondo di film celeberrimi (per dire, i Cubs di Ritorno al Futuro) a pellicole delle quali è protagonista assoluto, si pensi in questo senso a Moneyball del 2011. Insomma, il nostro titolo è una provocazione voluta: il baseball non è boring, e dove è particolarmente amato è un rito che va assaporato con i suoi ritmi. Ritmi che, però, proprio laddove il baseball è religione stanno per cambiare.
Ė esattamente in questo senso che la Major League Baseball, la lega nordamericana, quella per distacco più importante e ricca del mondo, ha deciso in questa stagione 2023 di proporre e attivare una serie di modifiche al gioco per renderlo più fluido e più rapido. Per abbreviare insomma i tempi morti di uno sport che ha fatto anche di questi una delle proprie caratteristiche peculiari. Il baseball non punta, di suo, all’altalena di emozioni: vive di rimi spezzettati, di momenti, di pause, di studio. Di partite lunghe quando non lunghissime, e pazienza se una parte significativa del pubblico non resiste sino al termine del nono inning: è uno sport slow e chi lo segue lo sa. Ma dal momento che gli ascolti e l’interesse anche interno sono in calo, la MLB ha deciso di cambiare e di farlo in maniera non banale.
Siccome da qualche anno in Italia esiste una testata che delle «cose spiegate bene» ha fatto il suo punto cardine, e si tratta de Il Post, proprio a un articolo di Pietro Cabrio, …