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L’atleta e il Covid-19

Tornare a fare sport dopo avere contratto il Coronavirus per gli atleti professionisti e per quelli dilettanti

Il SARS-CoV-2 è un virus giovane del qual si sa abbastanza ma non tutto. Si stanno ancora studiando, per esempio, i sintomi da long Covid-19 sulla popolazione e, nonostante l’attenzione mediatica e pubblica si sia – anche fortunatamente – allentata su dati e sviluppi di questa malattia sono tante le persone che ne soffrono nel lungo periodo. Ovviamente su The SpoRt Light partiamo da alcuni assunti: il Coronavirus esiste, è una malattia grave e in casi specifici mortale, i vaccini sono stati un’arma fondamentale per contrastarlo, insieme con mascherine e isolamento, e crediamo nella scienza.

Uno dei casi che ha colpito di più l’immaginario collettivo è stato quello di Paulo Dybala, allora giocatore della Juventus, che non solo è rimasto positivo per tanto tempo ma ha fatto fatica a tornare al cento per cento, lamentando che dopo cinque minuti di allenamento intenso si doveva fermare perché faceva fatica a respirare.

The Economist ha pubblicato a suo tempo il lavoro di tre ricercatori, Kai Fischer, W. Benedikt Schmal e J. James Reade – i primi due della Heinrich Heine University, il terzo di quella di Reading –, i quali avevano analizzato le prestazioni di 200 calciatori risultati positivi nella Bundesliga e nella Serie A, osservando i dati Opta su minuti giocati, distanza percorsa e passaggi completati: «Molto tempo dopo l’infezione, gli atleti giocano meno minuti e completano meno passaggi». The Economist ha scritto che, secondo gli autori della ricerca, i calciatori sono tornati a performance in linea con le loro qualità dopo mesi dalla malattia. Sempre The Economist…

Francesco Caremani
Aretino, giornalista, comunicatore in ordine sparso. Tutto è iniziato il 19 marzo del 1994 e un giorno finirà, ma non oggi. Il giornalismo come stile di vita, in un mestiere che ha perso lo stile per strada. Qui è direttore responsabile, ma solo per anzianità.