Compirà 38 anni il prossimo 5 febbraio e, se qualcosa abbiamo capito in questi anni, è che ciò che Georgina gli regalerà – verosimilmente qualcosa di opulento e pacchiano, ma anche se fosse un brindisi di coppia in una località da sogno il discorso non cambierebbe – finirà sui social network. L’oggetto di questa nostra monografia è Cristiano Ronaldo, con la data del compleanno come pretesto, anche se poi il pretesto vero e proprio ce l’ha fornito lui con il passaggio nel campionato saudita. Non scriveremo del calciatore, o meglio non del calciatore in sé e per sé; non aggiungeremmo nulla, non abbiamo alcuna intenzione di ricavarne una biografia, meno che mai un’agiografia (qui a The SpoRt Light di santini non ne abbiamo) né di romanzare la sua storia. Dopo tutto: cosa si può pensare di scrivere di originale su Cristiano Ronaldo?
Una banalissima ricerca su Google – proprio banalissima: la stringa con nome e cognome – segnala circa 120 milioni di risultati in 0.45 secondi (provando con CR7 ne escono oltre 68 milioni), esistono centinaia di libri scritti su di lui, non si contano i saggi accademici e le tesi di laurea, per non parlare poi degli articoli di testate e blog, dei documentari, dei servizi video. Ma il punto è esattamente questo: Cristiano Ronaldo rappresenta come nessuno lo spirito di questo tempo in tema di sport-business, visibilità mediatica e comunicazione, e alla base di questo non c’è, paradossalmente, il calcio. C’è lui, Cristiano Ronaldo in quanto tale, il brand CR7 nel suo complesso. La sua è la vicenda personale e professionale di un ragazzo con un’ambizione senza limiti, quella di un self made man (le origini modeste, il riscatto, la fama planetaria, la ricchezza oscena) la cui retorica è estremamente funzionale a una società capitalistica, il tutto accompagnato a una certosina costruzione, e succes…