Il confronto è ciò che, qui a The SpoRt Light, cerchiamo di stimolare affrontando argomenti complessi da diverse angolazioni. E siamo molto felici quando, da parte dei lettori abbonati, arrivano contributi particolarmente interessanti che integrano, e in qualche modo emendano, alcune delle cose che scriviamo nelle nostre monografie. Sabato scorso, dopo la pubblicazione della monografia Scolastica, ci è giunto questo intervento “dal di dentro”, che in effetti segnala anche alcuni aspetti che non erano al centro del nostro focus, ma che avrebbero meritato qualche considerazione in più. Lo pubblichiamo quasi integralmente (“quasi” perché, d’accordo con chi ci ha inviato l’intervento, si è deciso di eliminare i riferimenti più specifici e riconoscibili), anche perché il tema della scuola, oltre a essere appassionante, è fondamentale. E, a proposito: grazie.
Buongiorno ho appena finito di leggere “Sport e scuola: sfidare l’irrilevanza”. Sono tornata dopo anni a insegnare alle scuole superiori (sono docente di lingua). La situazione che ho trovato è un po’ difforme rispetto a quanto riportato. Per gli studenti atleti ci sono piani di studio personalizzati che vengono fatti ad hoc per lo studente atleta, è uno strumento che non soltanto è un vero e proprio parto tra la famiglia lo studente atleta è il corpo docente, ma è anche uno strumento abusato, richiesto da chi pensa di avere facilitazioni scolastiche perché magari non ha ottenuto altri tipi di certificazione. Che non fanno trasferte il fine settimana, che si allenano per due ore a settimana… Ben diverso il caso di quelle ragazze e quei ragazzi, atleti veri, che nuotano alle cinque del mattino tutti i giorni e hanno imparato anche a studiare in treno, in auto, al bar della piscina. Perché tutto questo è possibile. E che magari nonostante la lunga trasferta chiedono di esser…