Un articolo apparso nel 2016 sul fascicolo 2 della Rivista di diritto sportivo, firmato dal professor Antonio Lombardo dell’Università di Tor Vergata, con una non comune vis polemica sottolineava provocatoriamente un dato talmente lampante da essere considerato come assodato, e pertanto non degno nemmeno di discussione: l’irrilevanza e il disinteresse per lo sport all’interno della scuola. Nelle parole di Lombardo, di seguito, c’è tutto, e si tratta della fotografia dell’esistente:
«Non occorre condurre particolari studi e ricerche per constatare l’odierna inadeguatezza del sistema di educazione fisica scolastica in Italia […]. Si può affermare provocatoriamente che l’insegnamento dell’educazione fisica nella scuola italiana nel suo complesso sia inutile! Questa materia potrebbe essere tranquillamente abolita dai curricula scolastici senza che ciò comporti seri danni per la salute fisica e mentale dei ragazzi. Anche gli stessi docenti di educazione fisica sono consapevoli di questa inutilità, così come le altre componenti degli istituti scolastici: ragazzi, famiglie, professori, dirigenti».
L’articolo è di sei anni fa e in mezzo c’è stata pure una pandemia, ma la situazione è più o meno la stessa. Con qualche recente iniziativa nata dal governo centrale, quello di Draghi, a modificare l’immobilismo, come dire eppur si muove, e in effetti è così. Ora però, con i fondi del Pnrr e l’istituzione di un ministero apposito, l’Italia ha una possibili…