di Nicola Sbetti
L’ipocrisia è una componente essenziale del successo delle istituzioni sportive internazionali. Il loro presentarsi come apolitiche pur essendo degli organi politici ha permesso la loro sopravvivenza e il loro successo. Basti pensare alla Guerra fredda quando lo sport fu uno dei pochi fenomeni culturali a non dividersi lungo la Cortina di ferro proprio grazie alla capacità di presentarlo, quantomeno su un piano formale, come un qualcosa di politicamente neutrale. Un certo livello di incoerenza, ambiguità e ipocrisia è dunque essenziale, questa settimana però il presidente della FIFA, Gianni Infantino, si è davvero superato.
Nei giorni scorsi, per difendere il “prodotto” Coppa del Mondo dalle pesanti critiche provenienti dai media occidentali, Infantino ha inviato alle 32 federazioni che si sono qualificate al Mondiale una lettera in cui era testualmente scritto: «So, please let’s now focus on the football!».
Poiché il Mondiale si giocherà in un Paese come il Qatar, in cui livello di protezione dei diritti umani è considerato inadeguato dalla più parte dei Paesi democratici, la richiesta di concentrarsi solo sul calcio ha suscitato numerose polemiche. Tuttavia la frase successiva contestualizzava maggiormente questa richiesta: «Sappiamo che il calcio non vive in una bolla e siamo ugualmente consapevoli del fatto che esistano diverse sfide e difficoltà di natura politica in tutto il mondo. Ma per piacere cerchiamo di evitare che il calcio si…