Il caso degli abusi psicologici sulle atlete di interesse nazionale della ginnastica ritmica, esploso negli ultimi giorni dopo un’intervista a Repubblica di Nina Corradini, suffragata dalle conferme di altre atlete come Anna Basta e Giulia Galtarossa, ha portato la FGI, Federazione Ginnastica d’Italia, a commissariare l’accademia di Desio, il centro federale all’interno del quale si sarebbero verificate umiliazioni e maltrattamenti. Usiamo il condizionale per questioni deontologiche, dal momento che toccherà alle inchieste federali e giudiziarie verificare l’accaduto, ma saremmo in realtà propensi a utilizzare un tempo verbale meno incerto, perché non è un mistero come lo sport, a certi livelli, sia popolato anche da figure, negli staff tecnici, che non brillano certo per empatia e autorevolezza, ma solo per autoritarietà e per un frainteso senso di concetti quali disciplina e comando.
Nell’intervista Corradini ha raccontato delle umiliazioni subite per rientrare nei parametri di peso fissati dai tecnici, dell’essere passata in rassegna ogni giorno «in mutande e davanti a tutti, sempre dalla stessa allenatrice», mentre lei cercava di mettersi «ultima in fila, non volevo essere presa in giro davanti alla squadra. L’allenatrice mi ripeteva ogni giorno: “Vergognati”, “mangia di meno”, “come fai a vederti allo specchio? Ma davvero riesci a guardarti?”». La ragazza, che ha sofferto pertanto di disturbi alimentari, oggi ha 19 anni ed era minorenne quando frequentava l’accademia federale. Le sue parole, anche sui social, sono abbastanza eloquenti, e vale la pena leggerle: qui proponiamo un post di Corradini e uno di Basta la quale, per lei e per la compagna, scrive di voler «urlare al mondo tutto il marcio che abbiamo visto», mentre l’ex ginnasta Galtarossa ha parlato anche di «lavaggio del cervello» e di come l’accademia le abbia rovinato la vita.
(segue …