di Antonella Bellutti
La storia della Repubblica Italiana, agli sportivi, dice una cosa chiara: che a vincere le elezioni politiche fosse il centro, la sinistra o la destra, non ha mai fatto alcuna differenza rispetto alla decisione di introdurre un ministero stabile per lo Sport. Nessuna differenza degna di nota nemmeno in quelle rare occasioni in cui il ministero c’è stato: che fosse più di destra o più di sinistra sempre è rimasto senza portafoglio e condiviso con altre competenze. Così come mai nessuno schieramento è riuscito ad inserire la parola «sport» nella Costituzione. Situazione di parità pure per le riforme: nel 2000 ci fu quella della sinistra a nome di Melandri relativa alla modifica degli organi elettivi delle istituzioni sportive. Nel 2018 ci fu quella voluta dalla destra di Giorgetti, con la conversione della società CONI Servizi S.p.A. in Sport e Salute S.p.A. Riforma poi ripresa da Spadafora ma rimasta a oggi e, probabilmente per sempre, incompiuta.