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Quando i russi erano gli italiani

Nei giorni in cui gli organizzatori di Wimbledon e la Federazione inglese di tennis hanno deciso di escludere gli atleti russi e bielorussi, aprendo un pericoloso precedente, può sembrare quasi inutile ricordare che poco più di 75 anni fa erano gli azzurri ad essere in quella situazione. Eppure...

di Nicola Sbetti

La scelta del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) e della gran parte delle Federazioni sportive internazionali di sanzionare, escludendoli dalle competizioni, gli atleti russi non è certo una novità nella storia. Cambiano le motivazioni, ma è successo ai paesi vinti dopo la prima e la seconda guerra mondiale, al Sudafrica ai tempi dell’Apartheid o alla Jugoslavia nel 1992.

Sebbene oggi sulla vicenda sia sceso un certo velo di oblio, anche l’Italia visse una situazione che presenta diverse analogie con quella attuale. All’indomani della Seconda guerra mondiale, infatti, mentre lo sport internazionale riprendeva con grande rapidità, quello italiano subì invece una quarantena che riguardò sia le relazioni bilaterali sia alcune Federazione internazionali.

Per quel che riguarda le relazioni bilaterali possiamo parlare di un’esclusione silenziosa, perché le istituzioni sportive dei paesi vincitori, legittimamente libere di decidere se intrattenere rapporti con le loro consorelle, all’indomani della seconda guerra mondiale, non ebbero particolare fretta di riprendere gli scambi con un paese vinto. Per tutto il 1945 nessuno, ad eccezione della “neutrale” Svizzera, si rese disponibile a riallacciare le relazioni sportive con l’Italia e anche nel corso del 1946 la ripresa fu lenta e parziale: a gennaio vennero riattivate le relazioni sportive it…