Monografia

La razza sportiva

Benito Mussolini attribuì allo sport un ruolo fondamentale nella formazione della gioventù italiana e nella promozione dell’ideologia fascista

Durante il regime fascista, Benito Mussolini attribuì allo sport un ruolo fondamentale nella formazione della gioventù italiana e nella promozione dell’ideologia fascista. Egli vedeva nello sport un metodo efficace per inculcare disciplina e spirito di squadra in una società che riteneva troppo individualista. Al tempo stesso enfatizzava l’importanza dello sport come strumento per forgiare una “razza sportiva” italiana, capace di primeggiare nelle competizioni internazionali e di esaltare la superiorità della nazione. Inoltre, il regime utilizzava lo sport per promuovere l’unità nazionale e distogliere l’attenzione delle masse dai problemi politici, sfruttando la popolarità di discipline come il calcio per rafforzare il consenso.

Mussolini comprese presto il potenziale dello sport nel modellare il “nuovo cittadino” fascista. Lo sport divenne un mezzo per inculcare disciplina, spirito di squadra e virilità, valori considerati essenziali per la costruzione di una nazione forte e unita. In particolare, il calcio assunse un ruolo centrale nella strategia propagandistica del regime. Nonostante iniziali riserve riguardo alla sua utilità come sport di massa, il fascismo finì per abbracciarlo, riconoscendone la popolarità e il potenziale aggregativo.

Berlino ’36, un regime in campo