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Una su quattro ce la fa

Tra le 31 Federazioni dell'AISF solo tre sono presiedute da donne. Ecco le loro storie e i numeri di una partecipazione, quella femminile, che a livello dirigenziale scarseggia

Se l’accesso allo sport e l’uguaglianza di trattamento per le donne non sono sempre garantite in tutte le parti del mondo, ancora più difficile è vedere una donna ai vertici delle istituzioni sportive, che esse siano Federazioni nazionali, internazionali e Comitati Olimpici. Abbiamo parlato di Italia, nell’apertura di questa monografia, qui invece allarghiamo lo sguardo all’estero, un aspetto che può aiutarci a capire meglio anche l’Italia, peraltro.

Una su quattro ce la fa Secondo l’ultima rilevazione della Sport Integrity Global Alliance (SIGA), pubblicata nel settembre 2024, solo il 28,8% degli alti dirigenti delle 31 Federazioni affiliate all’AISF, l’associazione che raggruppa le Federazioni degli sport delle Olimpiadi Estive sono donne, con un incremento del 2% rispetto al 2023 e del 10% in confronto al 2019. In termini assoluti su 495 dirigenti, solo 139 sono donne. Numeri che variano da federazione a federazione, con esempi virtuosi, come la FEI, la Federazione Internazionale Sport Equestri, dove le donne solo il 57% del totale o la IsaSurf (55%) ad esempi molto meno positivi, come FIFA dove i dirigenti donna sono circa il 13% o il World Rowing, la Federazione internazionale di Canottaggio con una percentuale che si aggira intorno al 14%.

Roberto Brambilla
È nato a Sesto San Giovanni, quando era ancora (per poco) la Stalingrado d'Italia. Ha scritto di sport e temi sociali per il web e per la carta. Ama la Storia e le storie. Al mattino insegna ai ragazzi, al pomeriggio sogna Berlino (Est).