Monografia

Dietro la scrivania lo sport non è donna

La governance sportiva in Italia non ama le donne., né le persone con tante idee. Ma ama moltissimo la politica, e questo nuoce anche alle questioni di genere

Immagine di copertina: Sergio Mattarella con Valentina Vezzali alla finale degli Europei di calcio 2021. Fonte: Quirinale.it (qui i dettagli licenza)

Alcuni dati pubblicati nel 2024, in coincidenza dell’8 marzo, giornata internazionale dei diritti delle donne, riguardavano la presenza femminile nello sport italiano segnalando, con un dato aggregato, come a livello federale fosse solo il 12,4% la percentuale di donne occupanti ruoli dirigenziali, mentre era del 15,4% la percentuale a livello di dirigenti di società sportive. Ora, qui a The SpoRt Light non siamo bravi a sederci dalla parte della ragione: faremmo presto, e faremmo una bellissima figura a basso costo, come fanno in tanti, a dire solo e semplicemente che servirebbero più donne ai vertici dello sport. In realtà lo pensiamo anche – perché i dati non mentono ed evidenziano come lo sport sia ancora considerato un ambiente prettamente maschile, e per paradosso anche quando si parla di sport femminile – ma, siccome la governance dello sport italiano ancora perpetua dinamiche abbastanza tossiche, soprattutto nei rapporti con la politica, qui non possiamo non farne anche un discorso relativo alle opportunità di accesso, che molto spesso si intersecano in effetti con le questioni di genere, quando si è in presenza di idee.

Andiamo però per gradi, perché questo è un discorso complesso e che non merita di essere ridotto a uno slogan, che sarebbe il modo peggiore: significherebbe, di fatto, sminuirne la portata, facendola diventare una battaglia di parte. Cosa che non è, perché l’opportunità di accesso è una battaglia che dev’essere di tutti. 

I numeri, dicevamo, parlano da soli, e li avete visti qui sopra (e altri, probabilmente, usciranno a breve, ma saranno molto simili). Vero è che, da quando il CONI ha introdotto le quote anti-discriminazione di genere, definendo in almeno il 30% la percentuale di componenti donne nell’ambito dei vari consigli federali, in questi in effetti la presenza femminile è aumentata notevolmente: non raggiunge certo la parità, ma più che sulla percentuale di 50 e 50 (che è più un dato numerico che altro), la parità si dovrebbe raggiungere con le stesse opportunità di gioco, diciamo così, perché troppo spesso i rapporti di forza, in federazioni in cui il pote…

Lorenzo Longhi
Emiliano, ha esordito con il primo quotidiano italiano esclusivamente web nel 2001 e, da freelance, ha vestito (e smesso) casacche anche prestigiose. Di milioni di righe che ha scritto a tamburo battente gran parte è irrilevante. Il discorso cambia quando ha potuto concedersi spazi di analisi.