focus_1Monografia

Iglesia Maradoniana

C’è una religione che ha come Dio Diego Armando Maradona: diffusa in 60 Paesi e in più di 600 città, con oltre 800mila seguaci. Il sincretismo di un amore per il calciatore più forte di tutti i tempi, l’unico

Premessa: questo non è un pezzo adatto ai moralisti e come recita Guccini: «Ma i moralisti han chiuso i bar / E le morali han chiuso i vostri cuori e spento i vostri ardori / È bello ritornar “normalità” / È facile tornare con le tante stanche pecore bianche / Scusate, non mi lego a questa schiera / Morrò pecora nera». Il calcio, lo sappiamo bene, anche nei suoi intollerabili difetti, è tifo, passione e, soprattutto, fede. Credere nella propria squadra, a prescindere dalla storia e dai risultati sul campo, è un rito pagano che si rinnova ogni settimana: «Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l’unica rimastaci. Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro. Il cinema non ha potuto sostituirlo, il calcio sì. Perché il teatro è rapporto fra un pubblico in carne e ossa e personaggi in carne e ossa che agiscono sul palcoscenico. Mentre il cinema è un rapporto fra una platea in carne e ossa e uno schermo, delle ombre. Invece il calcio è di nuovo uno spettacolo in cui un mondo reale, di carne, quello degli spalti dello stadio, si misura con dei protagonisti reali, gli atleti in campo, che si muovono e si comportano secondo un rituale preciso. Perciò considero il calcio l’unico grande rito rimasto al nostro tempo», scrisse Pier Paolo Pasolini con una preveggenza impressionante. Senza dimenticare Bill Shankly, storico e carismatico allenatore del Liverpool che disse, più o meno, così: «Molte persone ritengono che il calcio sia una questione di vita o di morte. Io non sono d’accordo. Posso assicurarvi che si tratta di una questione molto, molto più importante».

L’Iglesia Maradoniana è nata quasi per scherzo ma, nel tempo, ha assunto una funzione fideistica e sociale di rilievo. Come racconta Luigi Potacqui, su romanzocalcistico.com: «Il 30 ottobre 1998, a Rosario, grazie a quattro argentini di nome Hernan Amez, Hector Capomar, Alejandro Veron e Federico Canepa, nasceva la Iglesia Maradoniana, ormai per centinaia di migliaia di persone di tutto il mondo un vero e proprio culto religioso. Se ne contano a oggi più di 800.000 i seguaci, tra cui alcuni grandi personaggi dello sport come il calciatore brasiliano Ronaldinho, l’attaccante inglese Michael Owen, l’otto volte Pallone d’Oro Lionel Messi e il cestista argentino Manu Ginobili. Pare che il tutto sia partito da un “Feliz Navidad”, “Felice Natale”, frase pronunciata scherzosamente (ma neanche tanto) da due dei quattro fondatori, i giornalisti Amez e Veron, in uno scambio di auguri il 30 ottobre. Come avrete notato, il giorno della telefonata dei due infatti non combacia con il santo Natale cristiano, che cade nel 25…

Francesco Caremani
Aretino, giornalista, comunicatore in ordine sparso. Tutto è iniziato il 19 marzo del 1994 e un giorno finirà, ma non oggi. Il giornalismo come stile di vita, in un mestiere che ha perso lo stile per strada. Qui è direttore responsabile, ma solo per anzianità.