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Slovenia, piccolo Paese, grandi campioni

La Slovenia ha un'altissima competitività a livello sportivo. Cultura, programmazione e investimenti che producono campioni e non solo

Dieci medaglie, di cui quattro d’oro nelle ultime due edizioni dei Giochi Olimpici, tra Olimpiadi invernali ed estive. Oltre al migliore ciclista del mondo, Tadej Pogačar, e a uno dei cinque cestisti più forti d’Europa, Luka Dončić. Con un livello di competitività media altissima, soprattutto se hai poco più di due milioni di abitanti e sei poco più grande della Puglia. La Slovenia è una delle nazioni europee che più è cresciuta sotto il profilo sportivo negli ultimi anni. Ecco le radici di un piccolo miracolo sportivo.

Un’eredità storica Per cercare le ragioni di un movimento sportivo così forte bisogna guarda la storia del piccolo Paese incastonato tra l’Austria, l’Italia e l’Ungheria. Già durante l’epoca del Regno di Jugoslavia lo sport svolgeva un ruolo fondamentale nella società slovena. Le società sportive Sokol, diffuse anche in altri Paesi slavi e nel 1929 poste sotto il controllo del governo di Re Alessandro, avevano la funzione da un lato di preparare alla militarizzazione e dall’altra a creare un’identità nazionale. Con la nascita della Repubblica Federale di Jugoslavia e nel 1947 con la creazione del Consiglio Nazionale di Educazione Fisica l’educazione motoria continua a essere centrale nello sviluppo del Paese partendo dal presupposto che senza sport non ci sia benessere. Il particolare sistema della Jugoslavia di Tito, dove a livello federale le autorità si occupavano dello sport d’élite ma lasciavano a partire dagli Anni Set…

Roberto Brambilla
È nato a Sesto San Giovanni, quando era ancora (per poco) la Stalingrado d'Italia. Ha scritto di sport e temi sociali per il web e per la carta. Ama la Storia e le storie. Al mattino insegna ai ragazzi, al pomeriggio sogna Berlino (Est).