Non è un comitato olimpico vero e proprio, perché non ne ha i requisiti, né ha come obiettivo di andare alle Olimpiadi, almeno nel breve-medio termine. Ma non è neanche la «squadra dei sacerdoti», come capitava di leggere sei anni fa, quando tutto iniziò. Cos’è, allora, Athletica Vaticana? La risposta più immaginifica viene dal suo presidente, Giampaolo Mattei, da quasi quarant’anni giornalista dell’Osservatore Romano, dunque uno che ha il dono della sintesi e del titolo: «Siamo la peggior polisportiva della Terra», dice, e sicuramente scherza, o forse no, perché Athletica Vaticana fa cose serissime senza prendersi troppo sul serio, con una cifra che è sua e di nessun altro.
Nata tra il settembre e l’ottobre del 2018 grazie a due atti di intesa bilaterale tra Italia e Santa Sede sullo sport, costituita a norma del Codice di diritto canonico e posta sotto la giurisdizione del Dicastero per la Cultura e l’Educazione (al cui vertice il Prefetto è oggi il cardinale José Tolentino de Mendonça, successore del cardinale Gianfranco Ravasi, colui che firmò i primi documenti), Athletica Vaticana ha ricevuto il riconoscimento come prima associazione sportiva ufficiale del Vaticano nel 2019, anno in cui è stata presentata dopo i protocolli di intesa con CONI e CIP e ha iniziato a tutti gli effetti la sua attività. Oggi conta poco più di cinquecento tesserati su cinque sport (atletica leggera, cricket, padel, ciclismo e taekwondo), ha in bacheca anche un bronzo – di Sara Carnicelli, nei 110 ostacoli femminili – ai Campionati di…