Monografia

La nostra pallamano ha un sogno Mondiale

L'Italia della pallamano torna al Mondiale dopo 28 anni. Ecco come è cresciuta la Nazionale e il movimento azzurro

Foto di copertina by IHF

Una Cenerentola. La pallamano, tra gli sport olimpici di squadra, in Italia è sempre stata una disciplina di nicchia. Un movimento relativamente piccolo, con una diffusione particolare dove a farsi notare e a vincere sono soprattutto i piccoli centri, in particolare in Puglia e in Alto Adige, tanto da essere definito “lo sport dei campanili”. La Nazionale azzurra maschile, poi, non si è mai qualificata ai Giochi Olimpici, ha giocato appena un Europeo nel 1998 e un Mondiale nel 1997. Questo il passato, ma il presente racconta qualcosa di diverso: una nuova qualificazione alla rassegna iridata e così, 28 anni dopo, nel 2025 l’Italia dell’handball è di nuovo al Mondiale, iniziato martedì 14 gennaio e che finirà il 2 febbraio. Un traguardo che certifica la crescita del movimento italiano, e che a noi di The SpoRt Light ha convinto a dedicare alla pallamano – in ordine: Nazionale, campionati, scuola – un’intera monografia.

Dal “miracolo di Chieti” all’impresa di Podgorica Il percorso dell’Italia verso il Mondiale ha rischiato di fermarsi subito, al primo turno eliminatorio. Gli azzurri del ct Riccardo Trillini infatti si sono trovati subito con le spalle al muro, perdendo di nove gol con la Turchia in trasferta. Un passivo pesante, recuperato al ritorno con un incredibile +10 a Chieti. La rimonta ha dato la spinta per battere il Belgio e poi per affrontare il Montenegro. Un’occasione unica per l’Italia, quella con i balcanici, 18simi al Mondiale 2023. Dopo la vittoria +6 in casa, gli azzurri a Podgorica sono stati capace di giocare una partita intelligente, forti del risultato dell’andata ma senza scendere in campo con l’obiettivo di conservare il vantaggio. Il risultato è stata una vittoria 34-32 che ha certificato la qualificazione e il ritorno a una competizione iridata 28 anni dopo, un traguardo impensabile solo 10 anni fa.

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Roberto Brambilla
È nato a Sesto San Giovanni, quando era ancora (per poco) la Stalingrado d'Italia. Ha scritto di sport e temi sociali per il web e per la carta. Ama la Storia e le storie. Al mattino insegna ai ragazzi, al pomeriggio sogna Berlino (Est).