focus_2Monografia

Milan l’era un gran Milan

Palazzetti demoliti e demolendi, campi sui quali dove c'era l'erba ora c'è una città, club spariti, club fatti sparire, grandi idee e proposte folli. Era Milano

Foto di copertina: Di Christof Sonderegger – ETH-Bibliothek Zürich, Bildarchiv / Fotograf: Sonderegger, Christof / Com_L23-0644-0013-0003 / CC BY-SA 4.0 / http://doi.org/10.3932/ethz-a-001012383, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=85500707

Noi, qui a The SpoRt Light, per spiegare e raccontare i vari aspetti delle nostre monografie ci dilunghiamo molto spesso. Ci piace, e del resto si tratta un po’ della filosofia del nostro progetto. Gli artisti, però, sono un’altra cosa e, raccontando per inciso anche una Milano dello sport che fu, c’è chi ha tradotto in un paio di strofe ciò che qui scriveremmo in almeno quaranta righe.

Ho visto coi miei occhi saltare in alto
Due metri e trentacinque centimetri
Ventrale
A Vladimir Yashchenko
Non so se ci siamo spiegati

Era il 1978 e mi portarono a Milano
Ai Campionati Europei di atletica leggera
Al coperto
Sette anni dopo quel palasport crollò
Sotto una nevicata
Memorabile

Il brano si intitola, appunto, Ventrale, e Max Collini, allora cantante degli Offlaga Disco Pax (gruppo che ha messo in musica e portato sul palco diverse storie sportive in maniera estremamente suggestiva), in quei pochi versi raccontò splendori e miserie del Palazzone, ovvero il Palazzetto dello Sport di San Siro. Che non c’è più, e non c’è più da 36 anni ormai, perché le macchine demolitrici lo ridussero in macerie nel 1988. Il motivo? Appunto quella «nevicata memorabile» (e soprattutto la dabbenaggine di chi non riuscì a far fronte alle difficoltà della cope…

Lorenzo Longhi
Emiliano, ha esordito con il primo quotidiano italiano esclusivamente web nel 2001 e, da freelance, ha vestito (e smesso) casacche anche prestigiose. Di milioni di righe che ha scritto a tamburo battente gran parte è irrilevante. Il discorso cambia quando ha potuto concedersi spazi di analisi.