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Di giornalisti, società, diritti, rettifiche. E scelte…

Un caso specifico ci porta a una riflessione generale: chi ci guadagna se un giornalista smette di fare il proprio lavoro?

Tutto siamo, su The SpoRt Light, fuorché difensori della categoria dei giornalisti, di cui pure facciamo parte, sempre ligi al pagamento delle quote e agli obblighi di formazione. Ma della libertà di stampa, dell’educazione civile e del rispetto della deontologia, beh, questo sì.

Ebbene, perché questo discorso?

Perché nei giorni scorsi un collega, Gabriele Majo, direttore della testata indipendente Stadiotardini.it, è stato oggetto, da parte del Parma calcio, attraverso uno studio legale romano, di una diffida per la rimozione di alcuni articoli pubblicati sulla testata e di una richiesta danni per qualche decina di migliaia di euro, scegliendo, come lamentano Ordine dei Giornalisti e Aser (Associazione Stampa Emilia-Romagna) «la strada del risarcimento danni senza esplorare le altre opzioni che la deontologia dei giornalisti mette a disposizione di chiunque si ritenga leso dall’attività giornalistica, come correttamente la testata ha indicato». Cioè la rettifica, alla quale, negli articoli contestati e che abbiamo letto (considerando ciò che si legge di solito in giro, per contrastarli così – ma questa è una nostra impressione… – bisogna avere la “pelle sottile”, come dicono appunto a Parma), la stessa testata si era resa disponibile, anche perché è un obbligo e i professionisti, agli obblighi deontologici, non si sottraggono.

Succede spesso, direte, perché è facile colpire chi non ha alle spalle la copertura di un grande network e risponde da solo, essendo appunto indipendente. Per questo è notevole la scelta di Gabriele: smettere di scrivere e firmare articoli sul Parma calcio, lui che per quarant’anni ha seguito club e squadra (anche lavorandovi come dipendente). Cosa che, probabilmente, piacerà alla società, ma senza dubbio priva i tifosi, gli appassionati, di una voce magari critica e scomoda, ma seria e credibile. E priva della stessa anche il Parma calcio, perché diversi problemi, nei club calcistici, sorgono soprattutto quando manca un grillo parlante con le sue segnalazioni dissonanti.

Anche qui, è una questione di scelte.