Monografia

Berlino, il calcio degli altri

Dal nazismo al Muro, l’Hertha Berlino ha attraversato più di un secolo di storia, rappresentando la libertà negata oltrecortina

Nel calcio tedesco l’Hertha Berlino è la Die Alte Dame, la Vecchia Signora, con una grande storia, essedo stata fondata nel 1892, una bacheca scarna e qualche incursione degna di nota nella Champions League a cavallo del secolo: come quando nell’edizione del 1999-2000 si è qualificata alla seconda fase a gironi battendo in casa Chelsea, Galatasaray, che andrà a vincere la Coppa Uefa una volta ‘retrocesso’, e il Milan. Ha vinto due campionati tedeschi, nel 1930 e nel 1931, due coppe di Lega, nel 2001 e nel 2002, e varie competizioni regionali, insieme con quattro coppe Intertoto negli anni Settanta. Nel 1978-79 ha raggiunto la semifinale di Coppa Uefa, eliminando ben tre squadre dell’Est e lasciando il passo alla Stella Rossa per il gol segnato in trasferta dagli slavi. La sua storia, con la S maiuscola, però, è più legata a eventi politici che sportivi, i quali spesso s’intrecciano, più di quanto si riesca a raccontare.

Negli anni Trenta, con l’avvento di Hitler, l’Hertha visse la Gleichstaltung, cioè l’allineamento al nazismo, come tutti gli altri club di tutti gli sport e tutte le attività della società tedesca; a questo proposito leggete il pezzo di Roberto Brambilla per meridiano13.it Hermann Horwitz, il medico dell’Hertha Berlino perso nella Storia.

Nel primo dopoguerra gli Alleati sciolgono tutte le associazioni sportive e il club viene ricostituito nel 1945 come SG Gesundbrunnen, per riprendere la vecchia denominazione solo nel 1949. Le tensioni con i sovietici, che culmineranno con la costruzione del Muro di Berlino, rendono ben presto impossibile la vita in città. All’Hertha è negata la possibilità di giocare con le squadre della Germania Est, così nel 1950 viene ammessa all’Oberliga Berlin, una delle cinque massime divisioni della Germania Ovest che fu disputata dal 1946 al 1963. L’Hertha vince questo campionato nel 1957, nel 1961 e, appunto, nel 1963, ma a livello nazionale, in questo periodo, alla pari di tutte le squadre dell’ex capitale tedesca, non riesce a ottenere risultati significativi.

Francesco Caremani
Aretino, giornalista, comunicatore in ordine sparso. Tutto è iniziato il 19 marzo del 1994 e un giorno finirà, ma non oggi. Il giornalismo come stile di vita, in un mestiere che ha perso lo stile per strada. Qui è direttore responsabile, ma solo per anzianità.