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Altri mondi un tempo possibili

L'Urss, un tv color, l'ultimo Mondiale e l'ultimo partito del vecchio mondo. Il racconto di una storia verosimile e mai accaduta. O forse sì

Una primavera che diventa estate, una Casa del Popolo, un tv color, l’ultimo Mondiale e l’ultimo partito del vecchio mondo. Il racconto di una storia verosimile e mai accaduta. O forse sì*.

Quando il brusìo divenne chiasso, la frase più urbana che si potesse cogliere era il «c’at vegna un cancher» uscito dalla bocca di Valter. Il quale, come si conviene a un buon segretario di sezione, un funzionario intermedio fermo e autorevole, aveva gridato l’improperio reso immortale in una scena de Il compagno Don Camillo, ma non trascese nel turpiloquio o nelle bestemmie. Quelle arrivarono soprattutto dal tavolo accanto, dove quattro dei più assidui frequentatori del bar della Casa del Popolo seguivano la partita cenando a gnocco fritto, salumi e ciccioli, come ormai facevano ogni sabato e mercoledì da quando erano cominciati i Mondiali. Ma a provocare il diluvio blasfemo non era stata tanto la causa, il gol, quanto la sua conseguenza: uno dei commensali, nella foga, aveva urtato la caraffa di Lambrusco, rovesciando il prezioso liquido sulla tovaglia a quadri che copriva la tavolaccia al centro della sala. Sacrilegio.

(0-0, minuto 27: calcio d’angolo dal lato destro della difesa so…

Lorenzo Longhi
Emiliano, ha esordito con il primo quotidiano italiano esclusivamente web nel 2001 e, da freelance, ha vestito (e smesso) casacche anche prestigiose. Di milioni di righe che ha scritto a tamburo battente gran parte è irrilevante. Il discorso cambia quando ha potuto concedersi spazi di analisi.