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Il rosso e il nero

Nel 2025 Lewis Hamilton vestirà la livrea della Ferrari. Cosa porta nella DNA di Maranello il pilota inglese e cosa rischia di perdere quest’ultima nella contaminazione?

Lewis Hamilton, il sette volte campione del mondo della Formula 1, ha firmato con la Ferrari un accordo pluriennale che prevede la guida della monoposta di Maranello nel 2025, per chiudere questo ciclo tecnico, e nel 2026, con una macchina completamente nuova, sia per quanto concerne la Power Unit sia le dimensioni. Notizia che sappiamo già da mesi e che Benedetto Vigna, ad della Ferrari, ha riassunto così: «Lewis porterà da noi ciò che è scritto nel DNA, ciò che il nostro fondatore ha detto più volte – Enzo Ferrari era solito sottolineare che “il successo più importante è quello che devo ancora conseguire”, ndr – una volontà di progresso continuo che è fondamentale affinché un’azienda, una squadra, un team continuino a essere vincenti in futuro. Per l’azienda Ferrari avere un’anima racing al suo interno è fondamentale. Quando le cose vanno bene all’interno di un’azienda le persone dimenticano che le cose possono cambiare. Avere persone tipo Lewis in casa ci aiuta a ricordare che le cose possono cambiare e che bisogna essere sempre all’erta. Se si entra troppo forte in curva si può uscire, quindi quattro ruote ben salde per terra».

Hamilton ha vinto il suo primo mondiale nel 2008, poi la doppietta 2014-15, dopo la dittatura quadriennale di Sebastian Vettel, per arrivare ad affermare la propria dal 2017 al 2020, lasciando poi strada a Max Verstappen, che quest’anno dovrebbe conquistare il suo quarto titolo consecutivo. Lewis Hamilton lascerà così la Mercedes – che ne ha vinti otto consecutivi tra i costruttori – per approdare alla Ferrari. Come Michael SchumacherFernando Alonso e Sebastian Vettel prima di lui. Considerando che, prima di Schumacher, l’ultimo pilota a vincere un mondiale piloti con la casa di Maranello era stato il sudafricano Jody Scheckter nel 1979.

Francesco Caremani
Aretino, giornalista, comunicatore in ordine sparso. Tutto è iniziato il 19 marzo del 1994 e un giorno finirà, ma non oggi. Il giornalismo come stile di vita, in un mestiere che ha perso lo stile per strada. Qui è direttore responsabile, ma solo per anzianità.