La storia delle coppe europee, escludendo la Champions League, già Coppa dei Campioni, che ha visto non solo cambiare nome ma nel tempo anche formato, arrivando a quello di oggi, è una storia di trasformazioni. E se fino agli anni Ottanta la parola d’ordine era inclusività con una suddivisione oggettivamente meritocratica dell’accesso, l’anima capitalistica ha poi preso il sopravvento e tutto quello che è venuto dopo è sempre stato in funzione di più partite, più diritti televisivi, più soldi dal market pool, dagli sponsor e dal merchandising. Una volta chi vinceva il campionato andava in Coppa dei Campioni, la coppa nazionale in Coppa delle Coppe e poi, a seconda del ranking continentale, chi si era classificato meglio nei rispettivi tornei accedeva alla Coppa UEFA; oggi è tutto diverso.