Tackle

Dubai Basketball Club

Quello che abbiamo già visto succedere in Arabia Saudita nel calcio potrebbe ripetersi, in una scala più piccola, negli Emirati Arabi Uniti per il basket

Le rubriche dello spazio Tackle sono gratuite. Se vuoi sostenere il nostro lavoro e consentirci di proseguirlo,
abbonati a The SpoRt Light: costa 30 euro l’anno!

di Roberto Gennari

Con buona pace di Juan Toscano-Anderson e del suo involontariamente comico discorso motivazionale ai compagni di squadra della rappresentativa G-League, poi sconfitta da Malaga in finale di Coppa Intercontinentale, il secondo miglior campionato di basket per club al mondo è l’Eurolega, della quale su The SpoRt Light vi avevamo già ampiamente parlato qualche tempo fa, quiqui. E quello che abbiamo già visto succedere in Arabia Saudita nel calcio potrebbe ripetersi, in una scala più piccola, negli Emirati Arabi Uniti per il basket. In che modo?

I primi rumors riguardo a un progetto di dare vita a un team di Dubai che potesse competere in Eurolega risalgono al 2022, ma è stato verso la fine dell’anno scorso che tutto il progetto ha subito una decisa accelerazione, che ha poi portato all’annuncio ufficiale nel gennaio di quest’anno. La nascita del Dubai Basketball Club, colori nero e oro e un logo accattivante che ricorda quelli delle squadre NBA, finalizzata all’accesso in Eurolega, viene annunciata nel momento in cui la proprietà ha trovato una strada per poterci provare.

Il sistema dell’Eurolega, se avete fatto i compiti leggendo i pezzi linkati in precedenza lo sapete, è un ibrido tra licenze pluriennali concesse dall’ente organizzatore e accesso per meriti sportivi. In ovvia assenza di blasone, il Dubai BC non poteva che tentare la seconda strada. Ma per potervi accedere serviva la partecipazione a un campionato europeo. E poiché i campionati europei sono a volte transnazionali, perché non rivolgersi a uno di essi e chiedere di essere ammessi?

“Ok, ma ammessi in che modo?” Direte voi, giustamente. Nell’unico modo possibile per un team basato a svariate ore di volo dall’Europa: pagando.

Se c’è una cosa che di certo non fa difetto alle varie governance sportive degli Emirati Arabi Uniti, è che se c’è un progetto che convince e c’è da investire, i soldi non sono un problema. Fu così qualche anno fa per il GP di Abu Dhabi, è così anche oggi per il Dubai BC, ammesso alla ABA Liga, campionato che riunisce squadre di tutte le repubbliche ex-jugoslave che già in passato aveva annoverato squadre da Ungheria, Repubblica Ceca, Bulgaria e perfino da Israele. Con un investimento ingente già solo per la parte iniziale della faccenda: ogni altro team che partecipa alla ABA Liga ha ricevuto 2,5 milioni di euro come compensazione per l’ammissione del Dubai BC, che si è anche impegnato a farsi carico delle spese per le trasferte negli Emirati delle 13 avversarie. Per partite casalinghe che si svolgeranno nella modernissima Coca-Cola Arena, palazzetto da 17mila posti a sedere inaugurato appena 5 anni fa e progettato dallo studio di Populous.

Un campionato già altamente competitivo, di cui fanno parte due nobili del basket europeo, peraltro entrambe già in Eurolega, come il Partizan e la Stella Rossa, e dove in generale si gioca una pallacanestro di tecnica e fisico. Dove nessuno farà sconti alla neonata compagine. Che però ha saputo muoversi con sapienza nella scelta di tutte le pedine. A partire dal general manager, il bosniaco Dejan Kamenjašević, già nell’organizzazione di squadre come Baskonia e Barcellona, all’operation manager Bojan Bajec, vero trait d’union tra gli Emirati Arabi e i Balcani, al capo allenatore, lo sloveno Jurica Golemac, visto brevemente come giocatore anche in Italia, alla Virtus Roma e ad Avellino e nelle ultime tre stagioni capo allenatore dell’Olimpia Lubiana, che ritroverà come avversario proprio in ABA Liga, fino alla costruzione del roster: non una mera collezione di figurine, ma un insieme di giocatori che abbiano esperienza di basket europeo di alto livello. A partire dal capitano, Klemen Prepelič, stella di prima grandezza in anni recenti nella Liga ACB, probabilmente il secondo miglior campionato nazionale al mondo dopo la NBA, di cui è stato miglior realizzatore nel 2020; all’ex NBA Dāvis Bertāns, otto anni negli USA dal 2016 al 2024 con il picco della stagione a Washington, in cui era giocatore da quasi 15 punti e 5 rimbalzi a partita; a giocatori dal pedigree ormai ben certificato a questi livelli, come Danilo AnđušićLeon RadoševićAhmet DüverioğluJaCorey Williams. E un pezzetto d’Italia, che non fa mai male, il nazionale Awudu “Abi” Abass, ottimo role player anche lo scorso anno in Eurolega in maglia Virtus Bologna, alla sua prima esperienza all’estero.

Stando alle dichiarazioni del gm, il budget per la costruzione della squadra è stato di circa 4 milioni di euro, il che pone ad oggi il Dubai BC un po’ al di sotto di quello che sarebbe un monte ingaggi “da Eurolega”, ma che comunque operando con sale in zucca può permettere l’allestimento di una squadra competitiva. A quanto dichiarato a inizio settembre da Kamenjašević, però, unirsi all’Eurolega potrebbe non essere nei piani futuri della squadra emiratina, anche se in tutta onestà sembra un po’ la storia della volpe e dell’uva, o se preferiamo un approccio del tipo “non vogliamo affrontare la questione per il momento”, anche se la riflessione sembra solo rimandata, eventualmente.

Forse memori delle scottature in termini reputazionali delle squadre saudite di calcio, capaci di collezionare campioni a profusione per offrire uno spettacolo comunque tutto sommato modesto – con buona pace di CR7 che riteneva che il livello della Saudi League fosse superiore a quello della Ligue 1– a Dubai si è scelto un approccio più di basso profilo, meno da “tutto e subito” forse, ma indubbiamente mirato a costruirsi una credibilità nel medio periodo. Partendo però col piede giusto: nella prima giornata di ABA Liga, appena disputatasi, davanti ad un pubblico inferiore alle 5mila unità, il Dubai BC ha battuto in una partita tirata fino alla fine, niente meno che i campioni in carica della Stella Rossa Belgrado, 86-84, grazie ai 17 punti di Abi Abass, ai 18 di Nate Mason e ai 16 con 10 assist di Prepelič. Siamo tutti d’accordo: è solo la prima partita di una stagione che sarà lunghissima, ma se questo non è partire col piede giusto, davvero, noi non sappiamo cosa lo sia.


Leggi tutte le puntate di Screen