focus_1Monografia

Cittadinanza e sport, cavilli e ritardi

La mancanza della cittadinanza italiana può essere un ostacolo per la pratica sportiva, anche ad alto livello. Ecco qual è il quadro

«La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme». Nel 2023 lo sport è entrato nella Costituzione italiana. La pratica sportiva è un diritto che non è sempre garantito nella sua interezza a chi vive in Italia. Uno degli ostacoli è la cittadinanza o per meglio dire lo status giuridico di chi vuole fare sport.

Fastidiosi cavilli La questione fondamentale riguarda i minori con genitori di origine straniera in Italia. Nel 2016 il Parlamento approvò quello che impropriamente viene chiamato “ius soli sportivo”. Secondo questo provvedimento i bambini e le bambine straniere potevano essere tesserate per le Federazioni Sportive Nazionali, alle Discipline Sportive Associate o agli Enti di Promozione Sportiva a partire dai 10 anni come i loro coetanei con cittadinanza italiana. Una disciplina che è stata sostituita dalla “riforma dello sport”, varata nel 2021 e che è entrata in vigore gradualmente. Nel decreto legislativo 36/2021 ci sono due indirizzi contrastanti: da un lato elimina per i minori di 18 anni non italiani, anche se non in regola con le norme di entrata e sul soggiorno, i vincoli per il loro tesseramento, a patto che i ragazzi e le ragazze siano iscritti da almeno un anno a una qualsiasi classe dell’ordinamento scolastico italiano. Dall’altro entrano in vigore «disposizion…

Roberto Brambilla
È nato a Sesto San Giovanni, quando era ancora (per poco) la Stalingrado d'Italia. Ha scritto di sport e temi sociali per il web e per la carta. Ama la Storia e le storie. Al mattino insegna ai ragazzi, al pomeriggio sogna Berlino (Est).