Monografia

Paralimpiadi e media: atleti, prima di tutto

Il racconto dei Giochi e degli sportivi paralimpici ha fatto grandi passi in avanti, ma restano sacche di retorica e pietismo

Due milioni e mezzo di biglietti venduti, diritti televisivi trasmessi in oltre 160 Paesi nel mondo, 40 dei quali in Europa, ricavi complessi superiori del 20% rispetto a Tokyo 2020 – disputatasi nel 2021 a causa della pandemia –, 22 sport trasmessi in diretta. Questi, in estrema sintesi, sono i numeri del successo mediatico dei Giochi Paralimpici 2024 di Parigi, che si sono conclusi domenica scorsa. In Italia sono stati trasmessi dai Rai 2, Rai Sport HD, in streaming su Rai Play, volendo si potevano guardare anche sul canale YouTube dedicato di Parigi 2024. Per Rai 2 sono state circa 14 ore di trasmissione al giorno, dalle 9.15 alle 23.30, con due programmi di punta: O Anche No – Stravinco per la vita e Sportabilia, inoltre Rai Sport HD ha coperto le edizioni quotidiane del Tg2 con aggiornamenti e highlights delle gare.

Il racconto dei Giochi e degli atleti paralimpici ha fatto grandi passi in avanti, dove lo sport ha superato la retorica, anche se la vera inclusione quotidiana è ancora lontana, e tutto è iniziato con Londra 2012: quella è stata la prima volta in cui i Giochi Paralimpici furono trattai come un evento sportivo unico, insieme con quelli Olimpici, e non più come qualcosa di secondario e isolato. La campagna pubblicitaria di Channel 4 si intitolava “Eccovi i superumani”. Una narrazione che ebbe grande risonanza e che è stata ripresa poi sia per Rio 2016 che per Tokyo 2020. Quel tipo di comunicazione e narrazione che, però, non rende veramente merito agli atleti con disabilità, definiti spesso ‘speciali’ e ‘supereroi’, mettendo in secondo piano la parte sportiva, scivolando sulla retorica e sfiorando il pietismo del… tutto quello che fanno è fatto bene perché disabili.

Ma non è così che gli atleti paralimpici, giustamente, vogliono essere raccontati e il Comitato paralimpico inter…

Francesco Caremani
Aretino, giornalista, comunicatore in ordine sparso. Tutto è iniziato il 19 marzo del 1994 e un giorno finirà, ma non oggi. Il giornalismo come stile di vita, in un mestiere che ha perso lo stile per strada. Qui è direttore responsabile, ma solo per anzianità.