Monografia

Malagò, Abodi, poltrone, lobby. E lo sport?

Il Coni andrà alle elezioni verosimilmente in primavera e, già durante le Olimpiadi, si è aperto lo scontro istituzionale. Dove si parla di altro

(foto di copertina: Palazzo H. Di Mister No, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=60572831)

Fuori dai denti, perché qui tanto non abbiamo nessuno da difendere e nessuno al quale tirare la volata: le prossime elezioni per la presidenza del Coni, quella per il quadriennio olimpico 2025-2028 e prevista – ma non ancora calendarizzata – per la primavera del prossimo anno, fa gola anche perché consente di mettere le mani su ciò che ancora Milano-Cortina 2026, con tutto quello che significa in termini, molto italiani, di spartizione di una torta golosa in termini di nomine, prebende, favori. Chiarito questo, è evidente un aspetto: lo sport e il suo futuro, che pure dovrebbero essere al centro del discorso, finiscono così per diventare meno importanti, come dimostra lo scontro istituzionale che, pochi minuti dopo la vittoria dell’Italvolley femminile a Parigi 2024, è divampato per una risposta piccata del presidente del Coni, Giovanni Malagò, al ministro per lo Sport, Andrea Abodi. E siccome oggi ci occupiamo di occasioni perse, questa è un’occasione che lo sport – inteso come movimento, dalla base al vertice – rischia di perdere, perché in gioco c’è qualcosa di più.

Cos’è accaduto l’11 agosto, dopo la vittoria della Nazionale femminile nel torneo olimpico di pallavolo? Che Malagò, sollecitato dai giornalisti che gli avevano ricordato una frase di Abodi di pochi giorni prima (l’8 agosto al Corriere dello Sport, il ministro disse che Malagò era «alla fine di un percorso», ma soprattutto dichiarò questo: «Dalla poltrona ci si deve anche alzare, la sedentarietà diventa un habitat mentale, uno schema di pensiero che alla lunga può produrre solo danni», con un probabile riferimento ai presidenti di Coni e Figc), decise di dare una stoccata delle sue: «Penso che oggi è un giorno di festa, la cosa meno bella è che sia stato molto fuori luogo che il ministro dello sport a cinque giorni dalla fine delle Olimpiadi, sapendo quanto ci ho messo la faccia e quanto mi sia speso, abbia sottolineato questa cosa. Non è solo un problema di stile, non mi aspettavo da Andrea questo». Malagò, al terzo mandato da presidente del Coni, in effetti è in scadenza e, con…

Lorenzo Longhi
Emiliano, ha esordito con il primo quotidiano italiano esclusivamente web nel 2001 e, da freelance, ha vestito (e smesso) casacche anche prestigiose. Di milioni di righe che ha scritto a tamburo battente gran parte è irrilevante. Il discorso cambia quando ha potuto concedersi spazi di analisi.