di Nicola Sbetti
Con la fine dei Giochi olimpici e il via di quelli paralimpici, prima che l’attenzione mediatica venga completamente assorbita dall’inizio (sempre più anticipato) della stagione del calcio maschile, è un buon momento per ragionare un quanto ancora potranno durare le sanzioni sportive alla Russia.
Sebbene (in assenza di sfere di vetro rivelatrici del futuro) nessuno possa fornire una risposta certa sul tema, questa domanda appare legittima perché le sanzioni allo sport russo e bielorusso raccomandate dal CIO negli ultimi giorni di febbraio 2022 e poi rimodulate nel marzo del 2023 avevano come fine ultimo proprio quello di preservare la buona riuscita delle Olimpiadi. Ed in effetti, a posteriori, è innegabile che la sostanziale esclusione di Russia e Bielorussia (la cui presenza è stata limitata a 32 atleti neutrali indipendenti, capaci comunque di vincere 5 medaglie) abbia permesso ai Giochi di abbassare in maniera sostanziale, se non determinante, il livello di conflitto nell’arena sportiva evitando proteste e boicottaggi.
Ora che siamo alla vigilia di un nuovo quadriennio olimpico è lecito chiedersi se il CIO e le Federazioni sportive manterranno passivamente le sanzioni adottate attendendo semplicemente l’evoluzione degli eventi militari o apriranno un nuovo dibattit…