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L’A.S.S.E., tra inferno e paradiso

Il Saint-Étienne è tornato in Ligue 1 dopo una retrocessione dolorosa, con gli ultrà che hanno preso di mira i propri beniamini, e con una proprietà straniera slegata dal territorio e dalla tradizione popolare

Il Saint-Étienne è una squadra che ha fatto la storia del calcio francese e non solo, con un grande passato, un presente e un futuro incerto. Nella sua bacheca ci sono 10 titoli di Francia, ma l’ultimo è del 1981, 6 coppe nazionali, l’ultima nel 1977, e 5 supercoppe, l’ultima nel 1969. L’unico trofeo degli anni Duemila è la Coppa di Lega del 2013, prima vittoria in questa manifestazione. Mentre negli ultimi quarant’anni “Les Verts” hanno conosciuto più volte il saliscendi tra Ligue 1 e Ligue 2.

Eppure negli ultimi due quinquenni l’A.S.S.E. è riuscito a qualificarsi per ben quattro volte alle coppe europee, facendo anche una finale di Coppa di Francia nel 2020, perdendola contro il Psg, come nel 1982; quella volta, però, ai rigori.

Quello che ha funzionato meglio in questo periodo è il settore giovanile, storicamente fiore all’occhiello del club della Loira, capace di sfornare giocatori come Gomis, Sagnol e Zouma e che tra il 2019 e il 2020 ha permesso alla società di incassare 65 milioni di euro con le cessioni di William Saliba e Wesley Fofana. E dopo la retrocessione del 2022 è rimasta a galla grazie a quelle di Lucas Gourna-Douath e Mahdi Camara, facendo ottime plusvalenze.

Francesco Caremani
Aretino, giornalista, comunicatore in ordine sparso. Tutto è iniziato il 19 marzo del 1994 e un giorno finirà, ma non oggi. Il giornalismo come stile di vita, in un mestiere che ha perso lo stile per strada. Qui è direttore responsabile, ma solo per anzianità.