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Giallo Firenze

Il Tour de France è partito dal capoluogo toscano, uno dei luoghi simbolo del ciclismo italiano, per tradizione e passione

Una festa popolare come solamente il ciclismo sa realizzare. Questa è stata la partenza del Tour de France da Firenze, capoluogo di una regione che ha le due ruote nel sangue, anche se quelle giovanili toscane non godono di ottima salute. Un’organizzazione che ha soddisfatto le aspettative di tifosi e appassionati, coinvolgendo i luoghi simbolo della città. La prima tappa, infatti, del Tour de France, che per la prima volta è partito dall’Italia, Firenze-Rimini, bella e per niente banale, è iniziata alle 9 di sabato 29 al Parco delle Cascine, con l’apertura del Villaggio del Tour. Alle 12 la partenza non agonistica da viale degli Olmi per raggiungere Piazza della Signoria, dove, davanti a Palazzo Vecchio, si è tenuta la cerimonia ufficiale di partenza dei ciclisti, passando da Ponte Vecchio, Oltrarno, piazzale e viale Michelangelo, viale Giannotti, piazza Bartali e viale Europa, fino al Viola Park, nel comune di Bagno a Ripoli. E da qui è partita la corsa vera e propria che prima di arrivare in Emilia Romagna ha attraversato i comuni toscani di Bagno a Ripoli, Pontassieve, Pelago, Rufina, Dicomano e San Godenzio, dove i ciclisti hanno trovato un bagno di folla pronta ad acclamarli e a spronarli per le strade toscane.

Tutto questo parallelamente a Toscana Tricolore 2024 che quest’anno ha ospitato e ospiterà 8 manifestazioni assegnando 25 titoli, con la presenza di 2.500 atleti: «Ci siamo impegnati tantissimo per i tricolori su pista, crono e strada: in questo fine settimana ci sono i tricolori giovanili a Lucca e Marginone per Allievi ed Esordienti, maschi e femmine», ricorda Saverio Mattei, presidente del comitato toscano della Federciclismo. «Il Tour è stato un evento grandioso per Firenze e la Toscana, ne siamo orgogliosi e felici ma guai a cullarsi sugli allori. Il lavoro non manca e come regione vogliamo crescere ulteriormente». E, ancora, sul ciclismo giovanile toscano: «Ci preoccupa il numero di tesserati e anche il calo continuo dei praticanti nei passaggi di categoria. Abbiamo promosso numerose iniziative in tutti i campi e settori con l’apertura di scuole per l’avviamento al ciclismo e zone utili per gli allenamenti in tutta tranquillità».

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Francesco Caremani
Aretino, giornalista, comunicatore in ordine sparso. Tutto è iniziato il 19 marzo del 1994 e un giorno finirà, ma non oggi. Il giornalismo come stile di vita, in un mestiere che ha perso lo stile per strada. Qui è direttore responsabile, ma solo per anzianità.