focus_1Monografia

Una certa idea di organizzazione

Polizia, volontari, trasporti: gestire centinaia di migliaia di tifosi tutti insieme, in un ecosistema complesso, non è cosa da tutti. Ed è sempre più difficile

Alla terza volta che, nell’arco di sei ore, mi presento all’ingresso – sempre lo stesso – della fanzone allestita dalla Uefa alla Schlossplatz di Stoccarda, con lo steward addetto ai controlli di sicurezza, un personaggio che, non fosse per la barbone, sarebbe il sosia del comico finlandese Ismo, siamo ormai intimi. Hi again, ci salutiamo così, e il suo successivo Man, I wanna go home la dice lunga sull’effetto di alienazione. È il secondo giorno di gare, sabato 15 giugno, quello per intenderci di Svizzera-Ungheria, Spagna-Croazia e Italia-Albania: in città si comincia a giocare solo il giorno seguente, ed è proprio per questo che ho scelto di mischiarmi ai tifosi, tenendo in albergo l’accredito, per capire il funzionamento delle fanzone. 

L’area è chiusa, gli ingressi sono su tre lati, lo spazio interno è vasto, i megaschermi sono due ed è un carnaio: aperta tutto il giorno, si anima a partire da 1-2 ore prima della partita delle 15, ma dalle 13 chi entra è sottoposto a perquisizione. Tutto sommato blanda, ma c’è: lo steward di cui sopra, a fine turno, avrà perquisito migliaia di persone tra ungheresi, svizzeri, spagnoli, croati, italiani e albanesi, che si sono alternati nell’area nel corso della trasmissione delle partite delle loro nazionali, e chissà chi altri. 25-28mila persone, a spanne, ma la sera prima, quella di Germania-Scozia, le persone erano circa 25mila tutte insieme, e ancora mercoledì 19, dopo i primi minuti di Germania-Ungheria, che si giocava proprio a Stoccarda, dalla app di Euro 2024 eccomi una notifica che invitava a non avvicinarsi alla fanzone, perché il limite della capienza (30mila persone) era già abbondantemente raggiunto. Situazioni diverse e uguali anche nelle fanzone di altre città – particolarmente kitsch quella …

Lorenzo Longhi
Emiliano, ha esordito con il primo quotidiano italiano esclusivamente web nel 2001 e, da freelance, ha vestito (e smesso) casacche anche prestigiose. Di milioni di righe che ha scritto a tamburo battente gran parte è irrilevante. Il discorso cambia quando ha potuto concedersi spazi di analisi.