Europa ist ein geiles land, ovvero: l’Europa è un Paese fantastico. La Bild, da quando è cominciato l’Europeo in Germania, pubblica quotidianamente una doppia pagina, spesso quella centrale, nella quale lo slogan della campagna (seguito da Wilkommen zur Fussball-Em, cioè benvenuti all’Europeo di calcio) è sovraimpresso a 24 foto, tante quante sono le nazionali partecipanti a Euro 2024, nelle quali sono ritratti in primo piano i bei volti di tifose e tifosi dipinti dei colori delle rispettive bandiere. Questa qui: tutti bianchi e tutti aderenti, in buona sostanza, a un idealtipo secondo il quale i nordici hanno gli occhi azzurri e i capelli biondi e i latini sono mori. Questo non è un processo alle intenzioni, tutt’altro, anche perché la campagna è bella ed evocativa, non pare maliziosa e del resto spesso gli stessi tifosi a seguito delle rispettive nazionali spesso ricalcano lo stereotipo, giocandoci su: gli scozzesi – carichissimi e grintosi come nessuno al momento degli inni – in kilt e con le cornamuse, gli svizzeri coi campanacci, i danesi con elmi e scudi vichinghi (di polistirolo, altrimenti negli stadi non potrebbero entrare) e via dicendo. Eppure l’Europeo racconta un’idea di Europa un po’ diversa, sicuramente più matura e complicata.
La coincidenza cronologica tra le elezioni europee e gli Europei del calcio ha inevitabilmente consentito una serie di considerazioni, anche in virtù di quella che, a livello politico-elettorale, è stata l’avanzata delle destre in gran parte dei Paesi dell’Unione, soprattutto in quelli, come Germania e Francia, che dell’Europa sono state a lungo considerate le locomotive. Ma girando per alcune delle città tedesche sedi di gara, incrociando e incontrando centinaia di migliaia di quei circa 2,7 milioni di tifosi che le autorità hanno stimato di accogliere in Germania durante la competizione, chi racconta il calcio evitando il parossismo del campo non può non farsi alcune domande su cosa sia l’Europa e dove stia andando, a livello di Unione e di identità, a livello di popoli e di sovranismi. Ora, qui nessuno ha la lungimiranza per poter prevedere il futuro, né faremo mai qui delle nostre impressioni un assioma o una tesi, eppure lo sport è politica e società, e la società attuale mostra a tutti g…