Monografia

In direzione ostinata e contraria

Durante la Seconda guerra mondiale anche gli sportivi hanno fatto la loro parte, chi tra i partigiani, per liberare l’Italia dal gioco nazifascista, chi dalla parte sbagliata della storia

«La storia siamo noi, nessuno si senta offeso / Siamo noi questo prato di aghi sotto al cielo / La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso / La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare, / questo rumore che rompe il silenzio, / questo silenzio così duro da masticare». E nella storia della Resistenza sono stati tanti gli sportivi che hanno dato il loro contributo per liberare l’Italia dal gioco nazifascista, alcuni famosi molti altri meno, anche se a tutti quanti deve andare il nostro ringraziamento per chi ha rischiato o perso la vita per la libertà e la democrazia.

Storie conosciute che sono diventate di dominio pubblico più avanti negli anni, alcune cristallizzate in libri e documentari, altre raccontate dai diretti protagonisti che con la distanza sono riusciti a rendere pubblici quei momenti con maggiore lucidità. Storie di calciatori ma non solo.

«Ho portato carichi di bombe molotov alle formazioni partigiane presenti sul Monte Morello e solo ora penso che se fossi caduto sarei saltato in aria», ricordava Alfredo Martini, compianto Ct della Nazionale italiana di ciclismo sei volte campione del mondo, corridore professionista dal 1941 al 1957, fermandosi durante il passaggio del fronte e scegliendo di stare dalla parte dei resistenti contro i nazisti tedeschi e i fascisti italiani.

Altri sarebbero addirittura riusciti a deviare il corso della storia, anche se le prove sono discordanti.

Michele Bruno Moretti, classe 1908, era un terzino destro che vestì le maglie dell’Esperia e della Comense, capace di raggiunge…

Francesco Caremani
Aretino, giornalista, comunicatore in ordine sparso. Tutto è iniziato il 19 marzo del 1994 e un giorno finirà, ma non oggi. Il giornalismo come stile di vita, in un mestiere che ha perso lo stile per strada. Qui è direttore responsabile, ma solo per anzianità.