Ve lo ricordate, circa tre anni fa, il progetto di organizzare il Mondiale ogni due anni? Era un’idea, tra gli altri, di Arsene Wenger, capo dello sviluppo globale della FIFA, lanciata e rilanciata dai media di tutto il mondo, spiegata a dirigenti confederali, federale e allenatori. Vale la pena ricordare il contesto: si era usciti dalle fasi più difficili della pandemia, lo sport aveva ripreso la propria programmazione e recuperato il recuperabile, pochi mesi prima il calcio era stato travolto, per poche ore, dal coming out della Superlega e dalle manovre di contrasto dell’UEFA. Non era il caso di parlare di altre competizioni per club, dato quanto accaduto, e anche per questo motivo la proposta Wenger portò a diverse discussioni nel merito. Il Financial Times, per dire, nel catenaccio di un articolo intitolato “The battle to control football: FIFA versus UEFA” riassunse il senso del pezzo con un illuminante «il progetto di organizzare la Coppa del Mondo ogni due anni fa parte di una battaglia per capire se i grandi club o le squadre nazionali avranno il sopravvento». Ecco: no, lo scontro non era quello. Oggi si può dire.
Non lo era, perché, visto col senno di poi, da un lato è vero che il Mondiale è l’oro della FIFA, ma notoriamente – e lo dimostrano la Champions League e la Premier League, ma anche la crescita della Mls se ragioniamo in misura più ridotta – sono le grandi competizioni per club la gallina dalle uova d’oro, e già allora, mentre si parlava del Mondiale ogni due anni per distrarre l’attenzione del pubblico, Infantino aveva in pancia (e lo si sapeva, ma non era il momento per parlarne) quello che oggi è l’evento per club più atteso degli ultimi anni, quello che ufficialmente si chiama Mundial de clubes: il Mondiale per club, il grande evento che, nell’estate del 2025, vedrà 32 squadre di tutto il globo affrontarsi in un mese negli Stati Uniti per diventare campione del mondo. Un evento con un montepremi da due miliardi di euro complessivi, sostanzialmente come la Champions attuale, con la differenza che quest’ultima dura nove mesi (non uno) e che, a prescindere dai risultati, il Mundial de c…