Uno dei mali non solo del calcio, ma del nostro tempo, è la massiccia presenza di figure pronte a correre in soccorso ai potenti. Comunque lo si voglia guardare, quanto accadde nei media nell’aprile del 2021, come conseguenza al comunicativamente suicida coming out della Super League (o Superlega) originaria, quello era: un soccorso a Ceferin e alla Uefa, essendo lo sloveno padre-padrone del calcio europeo. Un soccorso sulla base di un pregiudizio, e di uno status quo definito, diventato poi un autoconvincimento, moraleggiante, di essere nel giusto. Invece giovedì 21 dicembre la Corte di Giustizia Europea, rispondendo alla domanda pregiudiziale del Tribunale di Madrid in merito su un eventuale abuso di posizione dominante di Uefa (e Fifa) rispetto alle norme antitrust europee – i prodromi del caso, peraltro senza andare troppo lontani dall’esito, li avevamo scritti in questa monografia del luglio 2022 –, ha deliberato che sì, il monopolio di Uefa e Fifa è contrario alle norme relative alla concorrenza dell’Unione Europea. Il dato di fondo, insomma, è uno e uno solo: Uefa e Fifa – ma qui ci concentreremo, per evidenti motivi, solo della confederazione calcistica europea – operano in base a un modello di governo sportivo novecentesco e inattuale, gestendo monopolisticamente (organizzazione, regolamentazione, gestione, spartizione economica) un intero settore senza averne diritto.
Una pronuncia che, sostanzialmente, segue i medesimi principi di decine di altre pronunce in merito a casi riguardanti monopoli, libera concorrenza e antitrust emesse dalla Corte di Giustizia Europea. E la Cgue ha stabilito, sic et simpliciter, che l’Uefa è una società privata che ha agito sul calcio in regime di monopolio abusando della propria posizione dominante.
Cosa ha detto la Corte di Giustizia Europea
Nella pronuncia si notano passi di notevole rilievo giuridico, vere e proprie bastonate per l’Uefa e per la sua gestione attuale. Il calcio, e di fatto tutto lo sport europeo, non può dunque considerarsi sui generis, non può ivi essere legittimato un monopolista, come in nessun altro settore. Che Fifa e Uefa non potessero vietare l’iniziativa privata, intesa come nascita di nuove competizioni governate e regolate da altre leghe, appariva abbastanza scontato, anche dopo il parere consultivo dell’avvocatura generale, firmata dal gi…