Follia Il massimo campionato di calcio turco è stato sospeso «a tempo indeterminato» per il pestaggio di un arbitro. Al termine del posticipo Ankaragucu-Rizespor, terminato 1-1, il presidente della squadra di casa è entrato in campo e ha colpito con un pugno in faccia il direttore di gara, Halil Umut Meler. Caduto a terra, l’arbitro è stato poi preso a calci da almeno altre due persone, che lo hanno colpito violentemente, pure al volto. Che il calcio sia sempre stato lo sfogatoio di tante tensioni, sociali, politiche, economiche, purtroppo non è una novità. Così come non è una novità che la violenza abiti il calcio turco come casa sua da decenni, con episodi anche più raccapriccianti e drammatici. Il tema vero è: quanto resisterà questo sport a queste continue violenze? Non solo mediaticamente, ma proprio anche fisicamente.
Fascia Il bosniaco Anel Ahmedhodzic non ha indossato la fascia da capitano arcobaleno, simbolo a sostegno dei diritti LGBTQ+, durante la sfida di Premier League tra il suo Sheffield United e il Liverpool, nella giornata scelta dal torneo per la campagna Stonewall’s Rainbow Laces. È il primo caso in sette anni nel campionato inglese. Ci sono comunità, come quella delle donne, come quella LGBTQ+, come le minoranze etniche vittime di persecuzione, che meritano la nostra attenzione nella ricerca dell’affermazione di elementari diritti umani, tra cui quello all’esistenza. E chi ricopre posizioni di privilegio non dovrebbe mai dimenticare il suo ruolo all’interno della società, schierandosi, possibilmente dalla parte giusta. Insomma una mancata fascia che rischia di fare rima con fascio.
Sessismo Joey Barton, ex centrocampista di Manchester City e Newcastle, è stato giustamente sommerso dalle critiche dopo le affermazioni fatte durante una diretta di TalkTv. Il 41enne britannico ha puntato il dito contro giornaliste, opinioniste ed ex calciatrici che secondo lui non dovrebbero commentare le partite di calcio di alto livello: «Si tratta, come ho detto, di essere lì per merito. Non si può essere lì per adattarsi a questa parità di genere che abbiamo attualmente nella società» ha detto Barton. «Il gioco maschile si svolge a una velocità completamente diversa e richiede abilità completamente diverse. E se qualcuno si mette lì e dice: “Avrei fatto così in questa situazione” o “Ha commesso un errore”, senza avere alcuna esperienza in merito… E non si tratta solo di uno o due casi ma ormai hanno preso il controllo e questo rovina l’esperienza per la maggior parte degli uomini. Si tratta di un gioco maschile e non voglio sembrare sessista. Assolutamente no. Ho una figlia meravigliosa, una moglie meravigliosa, mia nonna, una grande matriarca. Ma se vogliamo parlare delle sfumature tecniche del calcio d’élite e vogliamo educare il pubblico allora dobbiamo farlo con le persone più credibili, non con quelle che soddisfano le quote rosa». Com’era quella cosa della velocità? Ecco, vale anche per il cervello.